HomeParlamentoSud all'ultimo bivio, De Luca cita Maradona: "Io non sono un sudicio"

Sud all’ultimo bivio, De Luca cita Maradona: “Io non sono un sudicio”

“Io non sono un sudicio”. Cateno De Luca (ri)lancia la sua sfida meridionalista, ennesimo capitolo dell’eterna questione delle due Italie, e lo fa con una citazione pesante, che non passa inosservata, almeno non al nostro occhio attento.

Le parole del leader di “Sud chiama Nord” richiamano infatti un’espressione simbolo della lotta al razzismo – e del contrasto all’odio territoriale – nell’Italia, che accolse negli Anni Ottanta l’arrivo in Italia, e poi le sue trasferte nei campi del Nord, del più grande sportivo di tutti i tempi: Diego Armando Maradona.

Sono tante le sfaccettature odiose del razzismo, c’è quello per il colore della pelle e quello legato alla posizione geografica. Lo sport è diventato spesso un vettore di questa piaga sociale ed ancora oggi le discriminazioni razziali non mancano. Maradona le ha vissute a ripetizione sulla sua pelle quelle esternazioni razziste, quando il Napoli con lui cominciò a dominare la scena calcistica in Italia. Quel capovolgimento repentino delle gerarchie e degli schemi, che da sempre e in ogni contesto hanno relegato il Sud ai margini dell’Italia che conta, scatenò il disprezzo becero, in quel caso, contro l’uomo simbolo di una stagione di riscatto che andò in quel caso ben oltre la sfera sportiva.

“Una volta siamo andati a giocare a Verona e c’era uno striscione con la scritta: “Lavati, sudicio napoletano””, dirà Maradona ai microfoni di ‘ESPN +’, durante la trasmissione ‘Hablemos de futbol’. “Io non sono sudicio, ci vuole rispetto per me e per la nostra gente. Nel secondo tempo gli abbiamo fatto due goal e non cantavano più….”.

“Sudicio”, “sudaca”, come i sudamericani che venivano dalle zone più disagiate venivano visti con diffidenza, marchiati da quel termine dispregiativo con il quale venivano appellati persino in Spagna. Maradona veniva chiamato “sudaca”, “sudicio”, su di lui si riversò il senso del disprezzo di un razzismo che non ha nazionalità. Ed è per la sua lotta a quegli stereotipi che l’argentino è ancora oggi ricordato dalla gente, al di là della grandezza che ha espresso in campo. Fu un’icona che diede una speranza ai “terroni” e capovolse i controsensi della storia stessa d’Italia.

Dal rettangolo di gioco alla partita politica il passo può diventare breve. Alle porte del 2023 si decide la prospettiva finale del Mezzogiorno e il futuro delle nuove generazioni, cosi quella parola l’ha ripresa oggi, con tono provocatorio, il siciliano De Luca che da tempo coltiva il sogno di costruire un movimento meridionalista e ha già mosso i suoi primi passi alle elezioni Politiche del 25 settembre scorso e adesso in un suo post ha scritto: “Io non sono un Sudicio”, Sud chiama Nord per le Autonomie vuole impedire il passaggio dalla repubblica fondata su un regionalismo cooperativo alla repubblica delle banane voluto da tutti i partiti nazionali a trazione nordista”.

La citazione di De Luca arriva dopo la sua tappa a Napoli, quasi idealmente a sancire il punto di contatto tra corsi e ricorsi storici. Dallo Stretto al Vesuvio risuonano le note della crociata meridionalista, che non ci sta alle dinamiche consolidate di quell’Italia che in un tempo lontano ha annesso il Sud al Nord ma non ha mai unito le due Italie.

Oggi ho partecipato presso la sala stampa della Camera – spiega De Luca – alla conferenza di presentazione di “L’Italia mediterranea” il manifesto per il Mezzogiorno proposto da Claudio Signorile e Federico Conte. Un “Patto tra movimenti e associazioni contro l’autonomia differenziata e per una perequazione delle infrastrutture e dei servizi tra le varie parti del paese”, è il senso della proposta. All’iniziativa hanno partecipato oltre 40 associazioni. Erano presenti Mezzogiorno Federato, Cittadino Sudd, Coordinamento 2050, Equità territoriale, Confederazione italiani nel mondo (Cim), Fondazione Nuovo Mezzogiorno, Fondazione Mare Nostrum, Forum riformista, Nuovi Orizzonti, Risorgimento napoletano, Unità siciliana, Ecologia e diritti. Nel mio intervento ho affrontato il tema relativo all’articolo 143 che è in discussione alla Camera e al Senato. Ci troviamo di fronte ad un provvedimento che è figlio di tutto l’arco costituzionale però qui c’è la gara a incolpare l’altra parte politica e la verità è che se andiamo a guardare quando è nato e poi come si è evoluto qui ci sono delle grandi responsabilità trasversali. Siamo di fronte al tentativo di disgregare definitivamente l’Italia. Ciò che questo disegno propone è chiaro e la motivazione è economica.

“C’è una questione di fondo – continua De Luca – che rende anche l’articolo 116 comma 3 in totalmente in contrasto col resto del regionalismo cooperativo. Oggi qualcuno deve dirci se questa non è più una Repubblica basata su regionalismo cooperativo. Mi chiedo dove sono i deputati del meridione? Potrei chiedermi anche dov’erano quando questa norma è stata discussa, ma andiamo ad oggi. Oggi mi auguro che se ci sono deputati che ancora tengono all’Unità d’Italia e che rappresentano il territorio, il meridione lo dimostrino svestendo i panni degli Ascari. Noi ci troviamo con un vero e proprio colpo di Stato che mira a far saltare il modello di Repubblica nel quale siamo cresciuti. Ebbene se questo è il disegno ci vuole la rivolta dei parlamentari meridionali che pretendano di stracciare l’articolo 143 perché è materia estranea a una legge di stabilità. Qualcuno sta decidendo che il Meridione deve diventare il Nord dell’Africa e il Nord deve diventare possibilmente il sud del sistema europeo. Alla luce di tutto questo appare quanto mai significativo l’apporto che può dare un movimento meridionalista come Sud chiama Nord che rappresenti a tutti gli effetti il meridione e che non abbia ovviamente uno steccato ideologico. È quello che abbiamo iniziato a fare in Sicilia. Ci siamo scontrati con tutti, siamo partiti da un 25% in Sicilia e oggi siamo riusciti ad eleggere un deputato e un senatore. Continuiamo su questo percorso perché siamo fermamente convinti che il meridione si deve organizzare e deve reagire”.

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