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Spreco alimentare, italiani tra i più virtuosi

Circa il 17 per cento del cibo prodotto nel mondo viene gettato. Di questo, oltre il 60% viene sprecato in ambito domestico. Con un consumo insostenibile di acqua, suolo ed energia. Per incidere su questo fronte occorre capire cosa cambia da Paese a Paese e perché. Su queste basi si fonda uno studio previsto nell’ambito del progetto SysOrg, di cui è partner il Crea Alimenti e Nutrizione. Obiettivo misurare la quantità, la frequenza e la tipologia di spreco alimentare domestico in 5 territori “campione” messi a confronto: Danimarca, Germania, Polonia, Italia e Marocco. Analizzando il dato pro capite, i tre territori più rurali, Nord Assia, Bio-Distretto Cilento e Kenitra hanno un livello di spreco molto simile, di circa 130 grammi pro capite a settimana. 190 grammi a settimana lo spreco pro capite a settimana delle due città, Copenaghen e Varsavia. E’ l’appartenenza al territorio a influenzare significativamente la probabilità di non sprecare. La più alta si è registrata in Cilento, seguita dalla Nord Assia. L’incapacità di gestire gli avanzi dei pasti e di organizzare correttamente gli alimenti in cucina sono state le motivazioni addotte all’interno delle famiglie. I cibi più scartati sia in termini di quantità che di frequenza sono quelli freschi.

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