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Santoro scrive a Musumeci: “Fermare gli aumenti o si rischia una strage sociale”

TAORMINA – “Così non si va più avanti. Pandemia, guerra, aumenti, la gente non resiste, di questo passo avremo migliaia di famiglie alla fame. Le dinamiche contingenti internazionali sono un fatto e ne siamo consapevoli, ma tutto ciò non può diventare un alibi per rimanere a braccia conserte mentre si compie il massacro del popolo siciliano. Bisogna mettere in campo tutti gli strumenti possibili per salvare un tessuto economico e sociale che rischia di essere devastato in maniera irreversibile. E’ necessario applicare immediatamente lo Statuto speciale di cui la Sicilia può e deve poter usufruire. Altrimenti si consentirà un disastro senza precedenti e chi non avrà salvato i siciliani dovrà prendersi tutte le responsabilità del caso”.

Così Giuseppe Santoro, noto imprenditore siciliano della ristorazione, direttore operativo di un’importante azienda e consulente all’Estero di varie aziende anche in Ucraina, si rivolge in una lettera aperta al presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci e chiede che vengano fermati gli aumenti e l’esplosione del caro prezzi in atto in questo momento su tanti fronti, a partire dalla benzina schizzata oltre i 2 euro, che sta spingendo i siciliani a mettersi in coda anche per diverse ore ai rifornimenti di carburante.

“Caro Presidente Musumeci. A due anni da quella “bestia” chiamata pandemia, in cui tutto il mondo è stato colpito e flagellato, ricchi e poveri, operai e politici, dottori e fattorini, nessuno escluso, siamo qui ad affrontare l’ennesima emergenza storica. Ora è la volta della guerra in Ucraina che sta scatenando aumenti spropositati di prezzi rendendoli insostenibili e inaccettabili. I furbi si fanno la cresta sulla pelle dei poveri, il copione si ripete e in tempi di guerra questa meschinità è ancora più intollerabile. Ma il problema è che in questa isola nulla è cambiato, le cose vanno male e andavano male anche prima di questo biennio tremendo. Nulla è stato fatto in questi due anni per aiutare i siciliani. Anzi una cosa è stata fatta: si è dato seguito alla lunga opera di affondamento della nostra meravigliosa ma disgraziata isola”.

“Qui si vive di Turismo. Il mondo dove lavoro e che amo, quello della ristorazione, è in ginocchio, come del resto tutto il comparto del turismo in generale. Le piccole, medie e grandi imprese soffrono per l’assenza di un’inversione di tendenza e si rischia la perdita di altri posti di lavoro. I costi di gestione per mantenere un’industria come quella del turismo che è al collasso, sono ad un passo dal punto di tracollo. Qui tutto gira attorno al turismo ma siamo lontani da tutto e da tutti e ora un’altra mannaia ci sta arrivando in faccia, sentiamo il fiato del disastro sul nostro collo ed è una mazzata che rischia di tagliare l’ennesimo arto della nostra vita. E’ arrivata un’altra ferita nel nostro corpo e si stanno svuotando le tasche della gente, che già erano in tante circostanze vuote o quasi”.

E’ inutile girarci attorno: oramai qui si parla di lotta per la sopravvivenza: caro gasolio, caro gas, caro elettricità. Ma dove arriveremo di questo passo? I voli per raggiungere il Nord costano un botto e le autostrade erano e restano disastrate. Siamo circondati da disagi e disservizi, con tante persone che vivono di espedienti di reddito e ringraziamo Dio che quello almeno ci sia, in barba a chi voleva eliminarlo“.

“Qui c’è gente che in 2 anni ha lavorato solo 6 mesi, usufruendo di un sussidio chiamato Naspi che ne restituisce tre allo Stato. Qui ci sono imprenditori che hanno dovuto impegnare i propri beni con mutui e prestiti pur di non vedere andare in malora i sacrifici di una vita. Qui c’è gente che a causa del covid e delle perdite di introiti non riesce a mandare avanti la baracca, non potendo più pagare stipendi, tasse e il necessario per sfamare la famiglia”.

Lei ci aveva promesso che #diventerabellissima e diceva di parlare con il cuore ai suoi paesani isolani ma questo governo e questa assemblea regionale non hanno alzato un dito per fermare la crisi, che è anche internazionale ma non soltanto. E’ stato consentito questo ennesimo scempio con l’impennata di tasse che già ci penalizzano da anni e ora siamo al punto di non ritorno. Il baratro è stato oltrepassato, siamo in fondo ad uno stivale oramai infangato e impantanato”.

Bisogna pensava al futuro dei siciliani, vedendoli come un buon padre di famiglia con i propri figli e battere i pugni sul tavolo contro Roma e difendere i mostri diritti. La politica invece pensa alle elezioni regionali e se ne infischia di noi. Il conto lo pagheremo noi per colpa di una classe politica che non ha saputo difendere il proprio popolo”.

“Raffiniamo, estraiamo e siamo la conca d’oro dei prodotti della terra ma nemmeno quello viene valorizzato ed anzi viene umiliata la gente che si rimbocca le maniche ogni giorno per far vivere i propri affetti e dare dignità alla nostra Sicilia. Una politica che non fa niente per cambiare le cose a nostro avviso è inadeguata e non sappiamo cosa farcene delle solite promesse che puntualmente vengono poi disattese. Bisogna dare spazio ed opportunità a chi vuole ancora spendersi per il rilancio di quest’isola, a chi ha la voglia e la forza di cambiare le cose senza nessuna etichetta o alcun simbolo politico.

“Chiediamo al presidente Musumeci di bloccare gli stipendi degli onorevoli dell’Ars e della Giunta regionale. Provate per un mese o due a farlo, e potrete comprendere cosa vuol dire sopravvivere, lottare ogni giorno per sfuggire alla fame. Passatevi la mano sul petto e fate mea culpa. E’ ora di dare dignità a questo popolo e alla nostra terra, troppe volte martoriata e umiliata. Le aziende sono sul lastrico, siamo di fronte ad un aumento pazzesco di oltre il 40/50% sulle farine, sul latte, sulla verdura e sulla frutta e c’è la valanga degli aumenti su luce, gas e benzina. Il tempo delle chiacchiere, delle scuse e degli alibi è finito. Siamo all’ultima spiaggia. Se davvero si vuole difendere la Sicilia e i siciliani è il momento di farlo con i fatti e con i gesti concreti e uno prima di ogni altro lo chiediamo e lo pretendiamo. Vogliamo che venga applicato il nostro Statuto speciale. Presidente, faccia rientrare subito i costi di gestione, disponga una moratoria sui rincari selvaggi nei generi di prima necessità e metta fine a tutte queste speculazioni. Non domani ma ieri, senza se e senza ma.

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