HomeAperturaREDDITO DI CITTADINANZA AI MILIONARI: LA MISURA E' COLMA

REDDITO DI CITTADINANZA AI MILIONARI: LA MISURA E’ COLMA

La politica litiga sul Reddito di Cittadinanza, le elezioni nazionali si avvicinano e ognuno prende posizione sul tema al confine tra parole di potenziale buon senso per trovare una soluzione e la solita retorica di circostanza di chi pensa a conquistare soltanto consensi per l’appuntamento con le urne.

Intanto, c’è il dato di fatto che il Reddito di Cittadinanza, nato per contrastare la povertà è diventato fonte di guadagno mensile e pura speculazione per un esercito di furbi e persino per quelli che hanno problemi con la giustizia. E’ chiaro, è evidente, è innegabile che qualcosa venga rivista in fretta, garantendo il giusto sostegno a chi è in difficoltà sul serio ma impedendo che a percepire questo sussidi siano, in realtà, anche delinquenti, scrocconi e truffatori vari.

L’ultimo imbarazzante esempio, d’altronde, è arrivato dalla Sicilia – come del resto avviene in tutta Italia da tempo. In questo caso, addirittura, erano dei milionari a percepire il reddito di cittadinanza. Avrebbero vinto consistenti somme con le scommesse on line e le lotterie ma le avrebbero nascoste continuando a percepire il beneficio e movimentando sui conti correnti legati alle scommesse somme per quasi 4 milioni di euro.

Secondo la Guardia di Finanza il sistema adottato dai denunciati avrebbe causato un danno alle casse dello Stato stimato in oltre 225 mila euro. Il giro in questione era da oltre 3,7 milioni di euro e le persone denunciate avrebbero “movimentato sui conti di gioco online a loro intestati rilevanti somme di denaro”, ritenute dagli investigatori “non congrue rispetto al loro reddito”.

E’ l’ennesimo esempio in un elenco praticamente quotidiano di esempi di soggetti che sono riusciti a farsi assegnare il Rdc senza averne titolo. Lo Stato si è fatto fregare una considerevole parte di quei 30 miliardi di euro destinati al reddito di cittadinanza e che sinora sono stati spesi per una infinità di casi di percezione indebita di questo strumento, che doveva abolire la povertà ma non solo non l’ha contrastata ma non ha neanche creato posti di lavoro.

Nell’interesse di tutti bisogna tirare il freno e cambiare in fretta questa riforma, rivedere i criteri di assegnazione del sussidio, dare una mano a chi soffre e stimolare la ricerca di occupazione, non la volontà a starsene a casa con il Rdc in tasca. Ma soprattutto il governo deve trovare il coraggio di smettere di distribuire questo assegno a chiunque, come se il bilancio dello Stato fosse il pozzo di San Patrizio.

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