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Processo a Trump, il tycoon: “Un attacco all’America”

“Non mi verrà concesso un processo equo. È un attacco all’America”. È iniziato lunedì il processo e ha già tuonato contro l’autorità giudiziaria degli Usa, accusandola di parzialità, Donald Trump, presentatosi in tribunale a New York per il caso del pagamento alla pornostar Stormy Daniels. È il primo processo penale nella storia degli Stati Uniti a carico di un ex presidente. La giornata iniziale si è conclusa senza che venisse scelto alcun giurato dei dodici previsti, con oltre la metà dei 96 candidati esclusi perché non imparziali. New York è una città con una maggioranza democratica forte e risulta complicato trovare persone al di sopra delle parti. La procedura di scelta dei candidati durerà circa due settimane, ma dipende da come andranno le prossime audizioni

La scelta avverrà se “il potenziale giurato può assicurarci che metterà da parte qualsiasi sentimento o pregiudizio personale e prenderà una decisione basata sulle prove e sulla legge”, ha sottolineato il giudice Juan Merchan. Trump è imputato per il pagamento in nero di 130mila dollari alla pornostar Stormy Daniels e per un altro pagamento alla modella di Playboy Karen McDougal, affinché non rivelassero di aver avuto rapporti sessuali con lui. Le udienze andranno avanti per due mesi, la sentenza è attesa prima del voto del prossimo novembre per la Casa Bianca.

Intanto il giudice Merchan ha ricordato a Trump che deve essere fisicamente presente in aula nel corso delle udienze, se non vuole essere ricercato dalle autorità. Se turbasse in qualche modo il dibattito l’ex presidente rischierebbe il carcere.”Ho un vero problema con questo giudice… È un giudice molto conflittuale”, ha commentato Trump. L’ex presidente degli Stati Uniti aveva chiesto tramite gli avvocati difensori la recusazione del giudice, in quanto ritenuto non imparziale. Tra le accuse mosse dal team di Trump quella verso la figlia di Merchan, Loren, di essere vicina a esponenti del Partito democratico. La richiesta di ricusazione era stata però respinta. Merchan non si è rivolto a Trump come “signor presidente”, un segno di riverenza concesso agli ex presidenti e una consuetudine negli Stati Uniti, bensì come “signor Trump”. Il magistrato ha poi rimproverato gli avvocati della difesa per aver fatto tardi dopo la pausa pranzo, ricordando di rispettare i tempi previsti per le pause.

Fonte: Euronews Italia

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