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Pietro Orlandi in Vaticano: “Wojtyla la sera usciva e…”

Una lunga e articola deposizione per fare luce su un mistero che va avanti dal 22 giugno 1983 e una verità che potrebbe davvero essere sconcertante.

“Sono sereno”, ha detto Pietro Orlandi al termine di otto lunghissime ore trascorse in Vaticano per provare a far luce sulla scomparsa della sorella Emanuela. “Abbiamo parlato di tante cose – ha riferito -, della famosa “trattativa Capaldo”, del trasferimento di Emanuela a Londra, di pedofilia, degli screenshot dei messaggi di cui siamo entrati in possesso” con l’avvocato della famiglia, Laura Sgrò.

“Finalmente, dopo 40 anni – ha aggiunto -, ho potuto sfogarmi e ho trovato ampia disponibilità a fare chiarezza, a mettere un punto, qualunque sia la responsabilità. Mi hanno ascoltato e hanno accettato tutto quello che avevo da dire, sottolineando che auspicano la massima collaborazione con la Procura di Roma e le altre istituzioni italiane”.

“Sono state verbalizzate tutte le mie dichiarazioni. Ho fatto i nomi delle persone che secondo me dovrebbero interrogare – ha continuato Orlandi – anche di alti prelati come il cardinale Re che stava sempre a casa nostra e altri personaggi eccellenti. Da tre anni chiedevo di essere ascoltato. Questo è un momento importante perché a qualcosa deve portare, dopo le mie dichiarazioni ci devono essere delle risposte”.

“Il fatto stesso che il promotore abbia ricevuto da papa Francesco e dal Segretario di Stato il compito di fare chiarezza e non fare sconti a nessuno – ha concluso Pietro Orlandi – è significativo, se ci sono responsabilità, anche in alto, io non mi tiro indietro”.

Ma in questa vicenda a colpire sono state le parole di Pietro Orlandi pronunciate a Di Martedì ai microfoni di Giovanni Floris: “Sono convinto che Wojtyla, Ratzinger e Papa Francesco siano a conoscenza”. E nel corso della trasmissione viene fatto ascoltare un audio che lo stesso Pietro Orlandi avrebbe consegnato alle autorità vaticane. Nell’audio a parlare è un uomo vicino alla banda della Magliana: “Papa Giovanni Paolo II se le portava in Vaticano quelle, era una situazione insostenibile. E così il Segretario di Stato a un cero punto è intervenuto decidendo di toglierle di mezzo. E si è rivolto a persone dell’ambiente carcerario”. Sono tutte parole che ovviamente finora non hanno trovato alcun riscontro. Ma la frase con cui Pietro Orlandi commenta le parole dell’uomo della Magliana sono piuttosto inquietanti: “Mi dicono che Wojtyla ogni tanto la sera usciva con due Monsignori polacchi e non andava certo a benedire le case…”.

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