TAORMINA – Mentre si cerca di capire se ci saranno le condizioni per un’intesa mirata a varare un fronte unico da contrapporre a Cateno De Luca alle elezioni del 2023, e in attesa poi di individuare il candidato che dovrebbe sfidarlo, la politica taorminese pensa intanto alla strategia politica da mettere in atto contro il parlamentare di Fiumedinisi.
Nel confronto in corso tra i vari esponenti di questo ampio fronte che vuole sbarrare la strada a De Luca, emerge la tentazione di affrontare “lo straniero” con una sorta di strategia del silenzio, simile a quella decisa dal centrodestra alle recenti elezioni Regionali che hanno portato Renato Schifani ad avere la meglio proprio contro De Luca.
C’è chi propone, in particolare, che debba essere evitato qualsiasi scontro diretto con De Luca, sia in riferimento agli attacchi e alle provocazioni rivolte agli amministratori locali (attuali e passati), sia disertando poi gli eventuali confronti o appuntamenti politici con la presenza dell’ex sindaco di Messina. Il fronte avverso a De Luca potrebbe così fare corsa solitaria, concentrandosi soltanto sulla ricerca dei consensi, cercando di non prestare il fianco al “cannoneggiamento” degli attacchi che il leader di Sicilia Vera porterà – ed anzi sta già portando – alla politica taorminese.
Una possibile linea, quella del no al confronto, e di conseguenza del “non scontro” e “non replica”, che ricalcherebbe, in pratica, anche il silenzio sin qui registratosi sui dieci quesiti posti da De Luca nel suo recente comizio in piazza IX Aprile di sabato 8 ottobre. Un primo indizio pesante sul piano della politica taorminese per provare ad “esorcizzare” l’assalto dello straniero al palazzo municipale?
