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Parlamento europeo, il punto sui personaggi dello scandalo

Lo scandalo di corruzione che ha colpito il Parlamento europeo coinvolge diverse figure in qualche modo legate all’assemblea comunitaria. Al momento, l’indagine per corruzione, riciclaggio di denaro e partecipazione a un’organizzazione criminale coinvolge sei persone in Belgio e due in Italia. L’ipotesi è che alcune di loro abbiano ottenuto “grosse somme di denaro” e “regali di valore” per difendere al Parlamento europeo gli interessi di un Paese del Golfo Persico, con ogni probabilità il Qatar.

Il personaggio centrale sembra essere Pier Antonio Panzeri, eurodpeutato per tre legislature tra il 2004 e il 2019, eletto l’ultima volta con il Partito democratico. Da parlamentare, ha presieduto la Delegazione parlamentare per le relazioni con i Paesi del Maghreb (2009-2017) ed è stato presidente della commissione parlamentare Diritti umani (Droi). Al termine del suo mandato ha creato l’Organizzazione non profit Fight Impunity, sospettata di essere il “forziere” della rete criminale, tramite cui ricevere e versare somme di denaro per influenzare i lavori dell’Eurocamera.

Panzeri avrebbe sfruttato la sua possibilità di accedere agli edifici dell’Eurocamera (in quanto ex membro) e la rete costruita durante gli anni per favorire gli interessi del Qatar e anche, secondo quanto avrebbero confessato gli indagati, del Marocco.

In Italia sono state arrestate la moglie e la figlia di Pier Antonio Panzeri: Maria Dolores Colleoni e Silvia Panzeri. e per entrambe è stata richiesta l’estradizione in Belgio.

Oltre 600mila euro in contanti sono stati trovati nella casa di Panzeri a Bruxelles al momento del suo arresto, mentre altri 17mila euro sono stati rinvenuti nella casa dell’exeurodeputato a Calusco d’Adda, in provincia di Bergamo.

Accanto a Panzeri operava l’assistente parlamentare Francesco Giorgi**, assunto per la prima volta proprio dall’ex eurodeputato bergamasco nel 2009. Laureato in Scienze politiche all’Università di Milano, si è trasferito a Bruxelles poco più che 20enne e ha cominciato presto a inserirsi nell’ambiente parlamentare. Dopo le elezioni del 2019, con Panzeri fuori dall’Eurocamera, è stato assunto da un altro deputato eletto con il Partito democratico: Andrea Cozzolino.

Secondo la versione fornita agli inquirenti e riportata dalla stampa belga, Francesco Giorgi ha confessato di far parte di una “organizzazione” utilizzata da Qatar e Marocco per influenzare la politica europea. Giorgi avrebbe fatto da traduttore per Panzeri, che non parla inglese, durante gli incontri con i funzionari del Qatar che sono stati intercettati dalla polizia belga, rifersice il giornale Le Soir.

Giorgi è anche il compagno dell’ex vice-presidente del Parlamento europeo, la greca Eva Kaili, anch’essa fra le persone indagate. Dopo il suo arresto, è stata destituita dopo il suo arresto come vice-presidente e dal suo gruppo politico, espulsa dal suo partito di appartenenza, il greco Pasok, e ha visto tutti i suoi beni congelati dall’autorità antiriciclaggio greca. Lo scorso novembre si era recata in Qatar per alcuni incontri, tra cui quello con il Primo ministro del Paese. Nel suo ultimo intervento sul tema, l’ex vice-presidente aveva difeso il governo qatariota in un dibattito sui diritti dei lavoratori nel Paese mediorientale.

“Il Mondiale in Qatar è la prova di come la diplomazia sportiva possa realizzare la trasformazione storica di un Paese, con riforme che hanno ispirato il mondo arabo”, le parole di Kaili. “L’Organizzazione internazionale del lavoro ha affermato che il Qatar è all’avanguardia nei diritti dei lavoratori, con l’abolizione della Kafala e l’istituzione di un salario minimo”.

Kaili è stata arrestata come Giorgi e Panzeri il 9 dicembre nonostante l’immunità parlamentare di cui godeva, perché nel suo appartamento sono stati trovati 150mila euro in contanti, possibile indizio di flagranza di reato. Pure il padre di Kaili è stato fermato con una valigia piena di banconote, consegnategli dalla figlia, ma non si trova in stato d’arresto e sembra coinvolto solo marginalmente nella vicenda.

La linea di difesa dei legali di Kaili è che l’eurodpeutata fosse ignara del denaro nascosto nella sua abitazione e se ne sarebbe accorta solo dopo aver ricevuto la notizia dell’arresto del compagno, Francesco Giorgi, letta sulla stampa locale.

Solo allora, avrebbe cercato e trovato il denaro in casa, provando prima a denunciarlo alla polizia (senza successo, perché gli agenti non parlavano inglese) e poi a liberarsene, facendolo recapitare a quello che riteneva il proprietario del denaro, cioè l’ex eurodeputato Pier Antonio Panzeri.

E in carcere c’è anche Niccolò Figà-Talamanca, segretario generale dell’Organizzazione non governativa No Peace Without Justice, a cui era stata inizialmente concessa la libertà vigilata. Anche questa Ong è al centro dei sospetti come possibile destinazione delle tangenti da parte di Paesi stranieri e strumento di riciclaggio del denaro. Poco si sa di questa figura, a parte gli studi e le esperienze di respiro internazionale, tra cui un dottorato all’Università di Nottingham e un periodo di lavoro al Tribunale internazionale dell’Aia.

Nella primavera 2022, la sua organizzazione collaborò alla presentazione di un corposo rapporto sulle “influenze indebite” degli Emirati Arabi Uniti nella politica europea.Un’iniziativa che appare sospetta alla luce delle indagini, dato che gli Emirati sono iuno dei rivali regionali del Qatar.

Appare differente la posizione di Luca Visentini, appena eletto Segretario Generale (al momento sospeso) della Confederazione Internazionale dei Sindacati. Visentini ha ammesso di aver ricevuto 50mila euro in contanti da Panzeri come donazione per la sua campagna elettorale e in un’intercettazione riportata da Le Soir, avrebbe detto di sentirsi “come nel film Ocean’s Eleven” (una nota pellicola di furti liliardari), al momento della consegna del denaro. Visentini trascorso qualche giorno in carcere prima di essere rilasciato senza accuse e nelle interviste concesse alla stampa si è dichiarato estraneo a qualsiasi relazione con la vicenda.

Per altri due eurodeputati, entrambi appartenenti al gruppo dei Socialisti e democratici come Kaili, è stata chiesta la revoca dell’immunità parlamentare da parte delle autorità belghe. Si tratta dell’italiano Andrea Cozzolino, che prima dello scandalo presiedeva la Delegazione parlamentare per le relazioni con i Paesi del Maghreb, lo stesso ruolo ricoperto a suo tempo da Panzeri.

Secondo le confessioni ai giudici di Francesco Giorgi riportate dalla stampa, Cozzolino avrebbe ricevuto denaro da Qatar e Marocco tramite Panzeri. In una mail inviata poco prima di un voto all’Eurocamera, invitava i suoi compagni di gruppo a a votare contro una parte del testo in cui si sosteneva che il Qatar aveva ottenuto la Coppa del Mondo grazie alla corruzione: “Il Parlamento Ue non dovrebbe accusare un Paese senza prove delle autorità giudiziarie competenti”.

L’altro eurodeputato coinvolto è il belga, di origini italiane, Marc Tarabella, che siede a Strasburgo dal 2004 ed è membro della Delegazione per i rapporti con i Paesi della penisola arabica. La sua abitazione è stata perquisita alla presenza della presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola nei primi giorni dello scandalo. In un discorso recente sull’assegnazione dei Mondiali di calcio al Qatar, aveva detto che il Paese “ha intrapreso la giusta direzione”, nonostante rimangano molti progressi da compiere.

Entrambi negano di aver ricevuto denaro da governi stranieri, sono stati sospesi dal loro gruppo e potranno essere interrogati dai giudici non appena la loro immunità sarà revocata dal Parlamento, che intanto vive giorni difficili con un’inchiesta in corso dai contorni ancora tutti da definire e una credibilità internazionale seriamente compromessa.

Fonte: Euronews

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