Lo scandalo Qatar è la punta dell’iceberg dell’Europa sempre più distante dalla gente ma soprattutto strafottente dalla legalità. Intrighi e affari di Bruxelles hanno svelato, con le mazzetta qatariote, un cono d’ombra che presenta ancora molti lati oscuri, una vicenda inquietante che probabilmente nasconde molto altro marcio.
La vice presidente del Parlamento europeo, la greca Eva Kaili, è tuttora in carcere a disposizione della magistratura belga. Ma il volto simbolo di questa inchiesta è quella che si è fatta beccare in un sistema nel quale si ha la forte sensazione che altri al momento l’abbiano fatta franca. E’ stato scoperchiato un vaso di Pandora che sino ad oggi molti hanno fatto finta di non vedere e ancora adesso da più parti si tenta di far calare il silenzio su questo scandalo. Non è difficile comprendere che la prospettiva che possano emergere altre situazioni altrettanto indecenti, spaventa l’Europa dei padroni del vapore.
Banconote, politici corrotto, diplomatici, assistenti e mezze figure che non si sa bene: c’è di tutto dentro questo tsunami, nel cuore di un’Europa attorno alla quale, a quanto pare, ruoterebbero 12 mila lobbisti. Chi sono e cosa cercano? Di certo muovono interessi grossi e la politica per denaro asseconda i vari “pupari” che frequentano i palazzi del potere. L’Europa che molti volevano e sognavano è un’altra storia, tutta un’altra cosa rispetto a questo schifo.
Ma d’altronde come sorprendersi in un meccanismo nel quale la Germania va da una parte e tutela i propri interessi, la Francia fa altrettanto, i paesi nordici difendono le proprie posizioni, e l’Italia è in balia delle onde. E’ l’Europa dove ognuno rema dalla propria parte e chi se ne frega degli altri. Praticamente una barzelletta.
