TAORMINA – L’Europa stringe il cerchio sugli oligarchi russi e le sanzioni cominciano a diventare “un cappio” al collo, anzi alle tasche, dei magnati russi, che stanno portando via dal Vecchio Continente i proprio gioielli, yacht in primis, per evitare che scatti la “tagliola” del sequestro dei beni.
Il “My Solaris” di Roman Abramovich, 140 metri per 460 milioni di dollari di valore, è partito di tutta fretta martedì scorso alle ore 15.42 da Barcellona (Spagna), ed è stato geolocalizzato nel pomeriggio di giovedì al largo delle coste siciliane. Nel saluto all’Europa c’è anche il passaggio dalla nostra Sicilia e da quel mare, anche di Taormina, che Abramovich conosce bene e che lo ha visto in passato concedersi qui delle vacanze e persino fare dei colpi di mercato. A Taormina Abramovich chiuse il 3 maggio del 2009 l’accordo per portare Carlo Ancelotti (a quel tempo allenatore del Milan) sulla panchina del suo Chelsea.
L’analista Alex Finley non ha fatto giri di parola nell’insinuare un dubbio che sembra portare in dote una certezza: «Abramovich ha ricevuto un avviso di cortesia, che gli ha permesso di spostare Solaris fuori dal porto catalano?».
Il governo del Regno Unito ha compiuto contro la Russia di Putin la prima vera stretta, sanzionando sette oligarchi molto importanti, vicini al Capo del Cremlino e ha colpito Roman Abramovich (gli altri sei sono Oleg Deripaska, Andrei Kostin, presidente di VTB Bank – nonché oligarca insignito appena un mese fa di alta onorificenza della Gran Croce in Italia – Alexei Miller, amministratore delegato di Gazprom, Nikolai Tokarev, presidente della compagnia di oleodotti statale russa Transneft, e Dmitri Lebedev, presidente di Bank Rossiya). Abramovich è stato costretto a lasciare anche il Chelsea, messo in vendita nei giorni scorsi.
