“Un grande spettacolo è un grande spettacolo. Anche se non è uno dei nostri. Ci vediamo dopo il Festival. Sì, consideratelo un date romantico”. Così recita un post della piattaforma Netflix, che nella settimana in cui gli italiani si inchiodano alla tv per il Festival di Saremo decide di non rilasciare nuove serie e non fare, insomma, concorrenza. Una lezione di comunicazione e di stile in un mondo di antagonismo esasperato. E vale ancora di più se poi il competitor è un festival che, al netto della sua mediocrità, fa comunque il 65% di ascolti, perché l’italiano vive di omologazione e “pappagallismo” nel modo di essere e di fare. E allora quel 65% si traduce nel dato netto di 6 italiani (e mezzo) su 10 e Netflix ha deciso di rispettarlo.
Nei giorni in cui di canzoni decenti non se ne vede l’ombra e di cose belle se ne vedono a Sanremo ben poche, ad eccezione di quel momento toccante e di enorme umanità che ha visto protagonista il maestro Allevi, Netflix che ci insegna a esserci senza esserci: “Lo sappiamo, questa settimana guarderete altro”.
La campagna di comunicazione di Netflix è geniale: ci insegna a essere presenti anche quando non ci siamo. E’ una lectio magistralis semplice ma di straordinaria potenza espressiva all’Italia di tutti che sanno tutto anche quando in realtà non conoscono niente. In un mondo che ci obbliga a dover essere sempre presenti, una campagna mirata sull’assenza e che la esalta non può non essere considerata un piccolo grande capolavoro. Nell’era dei social network, rare volte o quasi mai capita di vedere un gigante della comunicazione globale che fa un passo indietro, non esaspera le logiche di competizione e di profitto a tutti i costi, di cui non ha bisogno. Netflix va tra la gente e lo fa con un senso di realismo lucido e ben calibrato, che in due righe e in 1 minuto e 10 secondi dice poche cose che valgono tanto.
Netflix alza bandiera bianca, pur consapevole che da lunedì il mondo tornerà a ruotare attorno alla sua piattaforma. Non occorre ricordare a noi stessi che Netflix è uno dei più grandi servizi di intrattenimento del mondo, con oltre 260 milioni di abbonati paganti in oltre 190 paesi che accedono a un ampio e variegato catalogo di serie TV, film e giochi in numerose lingue. Gli abbonati possono mettere in pausa e riprendere la visione a piacimento, in qualsiasi momento, ovunque, e cambiare piano di abbonamento quando desiderano. E adesso l’utente può anche mettersi in pausa per qualche giorno per vedersi Sanremo. Un festival ormai da anni scialbo e inguardabile – questo lo diciamo noi – ma che fa sempre tendenza nei gusti abitudinari degli italiani.
Netflix riconosce che in questi giorni nessuno se lo sarebbe visto e ha deciso, senza troppi artifizi, di concedere il “proprio spazio” agli utenti. Ha persino cambiato immagine del profilo, riesumando le icone di un tempo che fu e dando a quelle faccine una dimensione più umana. Ci sono gli attori che vanno in giro per la città e interagiscono con le persone. E’ il controsenso (che in realtà un senso lo ha eccome) di una piattaforma online che va nell’offline, esce dai freddi schemi dello streaming, valica quel perimetro e approda nelle strade della vita reale.
Con questa mossa Netflix non si spoglia della sua funzione e non toglie nulla alla sua centralità nella vita della gente. Semmai rafforza la sua presenza, donandole il senso pieno delle scelte talvolta più inattese, eppure le più giuste nel racconto della narrazione del nostro tempo.
Netflix mostra una strana apparente debolezza che si traduce in una prova di forza, un tocco di remissività che diventa un graffio di genialità. Così ribadisce la sua importanza nella nostra quotidianità. Talmente centrale da potersi permettere di comunicare tramite l’assenza. Cancella la enne, non pubblica nuove serie e mette solo video in “favore” di Sanremo. Lascia il tempo ai propri utenti di godersi Sanremo, di commentarlo live, di parlarne anche sotto i suoi post. Non banna e non glissa, consente l’interazione e anzi la stimola.
E’ un lusso che pochi possono concedersi, una scelta inattesa ma che si consacra di diritto tra le campagne di comunicazione più riuscite degli ultimi tempi. Anche perchè Netflix lo sa bene che da da domenica in poi il mondo riparte e tutti torneranno alla casa madre, di nuovo incollati alla piattaforma con l’avvento delle nuove serie e l’offerta sconfinata di quelle già esistenti. Lo dicono alla fine del video promozionale e hanno ragione. “Ritornerai“, canta Lauzi. Ma Netflix non se n’è mai andato.