“Cercate di promettere un po’ meno di quello che pensate di realizzare se vinceste le elezioni”, diceva un tempo Alcide De Gasperi ma in Italia la politica del Terzo Millennio segue ormai ovunque la regola piuttosto masochista del promettere mari e monti per poi partorire il nulla cosmico. Il copione consolidato si ripete a tutte le latitudini e ne sa qualcosa a Taormina, la città più ricca e celebrata della Sicilia costretta a subire l’umiliazione del dissesto finanziario. Ma chi credeva di aver visto il manuale del disastro politico nella narrazione di Taormina dovrà probabilmente ricredersi perché Giardini Naxos ce la sta mettendo tutta per fare addirittura peggio.
Nella seconda stazione turistica siciliana le cose, in fondo, sono andate in maniera simile a quelle di Taormina da 30 anni a questa parte. Il punto è che a Naxos si sta sconfinando nella farsa politica.
La luna di miele è finita da un pezzo, forse non è neanche mai iniziata. Riavvolgiamo il nastro per chi non ha memoria. Nel 2020 vanno in scena le elezioni, arriva un risultato netto, viene eletto sindaco Giorgio Stracuzzi, l’aggregazione di governo però si sfascia nel giro di pochi mesi. In Consiglio la maggioranza perde pezzi e si ritrova senza i numeri, la Giunta intanto stenta, non produce il cambio di passo e qui comincia il “tira e molla” sulle responsabilità. Alla fine, al giro di boa, il sindaco sacrifica gli assessori, li manda a casa e nomina dei “tecnici” che non c’entrano niente con Giardini Naxos (ad eccezione della brava e vulcanica Fulvia Toscano che al suo paese ci ha sempre tenuto davvero). Il divorzio politico tra Stracuzzi e gli ex assessori lascia strascichi e c’è chi vorrebbe andare ad elezioni già domani mattina. Nel gioco delle parti ci si rinfaccia tutto e non si perde occasione per mandare in scena il rituale paesano dello scontro ad oltranza, con il fango social da spalmare come Nutella a colazione. Gli uni contro gli altri, innocenti e colpevoli a seconda di dove soffia il vento, sorge il sole e cala la luna.
Il sindaco aveva detto già in campagna elettorale che non si sarebbe ricandidato nel 2025 e questo annuncio ha scatenato la corsa vanesiana alla sua successione già dall’indomani del voto. La politica locale che ha sempre bisogno di un volto buono e vincente dietro il quale nascondersi ha catapultato uno stimato professionista in una realtà troppo più grande di lui, complicata e sfiancante per chi Palazzo dei Naxioti non lo aveva mai conosciuto se non forse in cartolina. Fare il medico è una storia, entrare nella fossa dei leoni è un altro film. La scelta di una Giunta di assessori esterni da un lato ha liberato il sindaco da una spina e ha dato il segnale di chi comanda ma dall’altro ha inasprito un clima già pesante. La scelta di assessori presi da altri contesti e calati dall’alto ha messo la “pietra tombale” alla legislatura. Tra gli ex assessori silurati si è passati, ovviamente, dal mantra “Giorgio forever” al grido di battaglia “Sindaco te ne pentirai” e c’è chi convoca manda messaggi a destra e manca per convocare riunioni politiche. Geometrie già viste e sogni di gloria che poi difficilmente si realizzeranno a fronte di treni già passati.
Alla fine il risultato, piuttosto deprimente, è quello di una città che potrebbe correre come una Ferrari ma viaggia più lenta di una 500, ferma al palo, spaccata dalle faide e divorata dal veleno che scorre tra rancori e fatti personali. Non ci si preoccupa di pacificare la comunità, è già partito con largo anticipo il tentativo disperato di una parte della politica naxiota di fermare l’avanzata del sindaco di Taormina, Cateno De Luca, destinato con il suo movimento a determinare il nome del futuro sindaco di Giardini. Non occorrono scienziati per capire quale sarà la trama della prossima campagna elettorale e in quale direzione stanno andando le cose ma nel frattempo emerge in modo impietoso una verità: anche a Giardini la classe politica locale ha fallito, in maniera totale. E’ un fatto indiscutibile.
E’ inutile fare tatticismi e prepararsi alle future elezioni se non si comprende che la gente stavolta si è stancata. Per troppo tempo i cittadini sono stati mortificati da balletti, equilibrismi e giravolte di una classe politica che non ha migliorato la qualità della vita del paese e non ha portato sviluppo economico e benessere sociale.
Vale lo stesso discorso di Taormina: Giardini è stata amministrata per tanti anni da persone sicuramente capaci nel proprio mestiere e sulle quali non vi è una virgola da eccepire sul piano personale, professionale e morale, ma politicamente non all’altezza del compito e che non hanno avuto la capacità di realizzare gli obiettivi e la caratura di governare bene e imprimere una svolta. E’ la parabola amara di un territorio meraviglioso, che ha una storia importante (è la prima colonia greca di Sicilia) e grandi potenzialità inespresse, e che è stato inchiodato dai suoi modesti governanti ad una interminabile stagione di stallo.