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Navi segrete russe verso il Canale di Sicilia: è la resa dei conti Putin-Nato?

La flotta segreta russa entra nel Mediterraneo e punta sul Canale di Sicilia. L’annuncio dato da Repubblica è di quelli che mettono i brividi: “Sono tre navi militari salpate dal profondo Nord, con un carico bellico tanto segreto quanto delicato”.

Alta tensione nello scenario internazionale. La Russia punta l’indice sull’attentato di Mosca contro l’Ucraina e gli Stati Uniti e la strategia di Vladimir Putin sembra destinata a poter innescare un’escalation sul fronte globale nei rapporti tra le principali potenze dello scacchiere mondiale. Lo zar vuole la resa dei conti tra la Russia e l’Occidente e nessuno sa cosa potrebbe davvero accadere. Nel frattempo, mentre la Nato studia le sue mosse, Putin cambia strategia e e decide di ribaltare il fronte facendo viaggiare le sue navi e si tratta di navi da guerra, che seguono rotte segrete, trasportando forniture militari. Bisogna capire dove sono dirette e quando potrebbe venire allo scoperto il presidente russo.

Putin concentra l’attenzione sullo spostamento da una parte all’altra di euipaggiamenti bellici che, a quanto pare, dovrebbero scaricare straordinarie da parte di Mosca per il trasferimento di equipaggiamenti bellici da scaricare al porto siriano di Taurus. Da lì, di seguito, verrebbero poi smistate agli Stati alleati nell’area africana e soprattutto nelle regioni del Medio Oriente, dove in questo momento permane un clima pesantissimo per lo scontro irrisolto tra Israele e Hamas ma ci sono anche altri “focolai” di guerra che incombono e minacciano di destabilizzare il quadro internazionale. Ed è questo clima di incertezza che si sta muovendo la Russia, nel tentativo di minare le certezze della Nato e farsi trovare pronta all’eventualità di un inasprimento della situazione già complessa in atto tra le parti.

Vista la situazione che sta interessando le navi nel Mar Nero, Putin non vuole essere attaccato dai droni maritti e nemmeno da missili a lungo raggio di cui vengono riforniti gli ucraini.
Come riportato anche da Repubblica “il timore adesso è che Vladimir Putin stia preparando il terreno per nuove aggressioni oltre quella Ucraina”, con le accuse lanciate contro Kiev, gli Usa e in generale gli alleati occidentali, per il loro presunto coinvolgimento nell’attentato condotto dall’Isis a Mosca che diventerebbe il detonatore (o la scusa, a seconda dei punti di vista) per arroventare il clima e sfidare apertamente la Nato. Nel mirino di Putin ci sarebbe l’Estonia, possibile bersaglio di un’invasione analoga a quella avvenuta in Ucraina, e non è un caso che gli estoni stiano già giocando d’anticipo, militarizzando il confine con la Russia e stanno anche aumentando gli investimenti per la difesa. Se la Russia dovesse davvero incrementare la sua presenza di truppe al confine con gli Stati Baltici, a quel punto diventerebbe alto, altissimo, il rischio di uno scontro con la Nato.

La Nato prepara la sua difesa anti Putin con otto gruppi tattici nell’Est Europa dall’Estonia alla Romania, e la Germania “sorveglia” il corridoio di Suwalki. Segnali che non depongono bene per le prospettive di pace. E portano in una direzione decisamente opposta.

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