Sono ormai trascorsi più di sei mesi dall’inizio della guerra in Ucraina. La guerra continua e lo fa con il messaggio politico e mediatico che sarà una guerra di logoramento e quindi, come tale, può andare avanti: forse durerà un paio di mesi, o magari per qualche anno. E’ normale quello che in realtà normale non dovrebbe essere. La guerra non fa più notizia e non è neanche la prima notizia che viene data nei tg.
Intanto la Russia non smette di bombardare l’Ucraina, l’invasione va avanti, l’Europa dorme e si rinchiude nei salotti, anzi neanche in quelli perchè i vari leader sono in vacanza. E l’Italia, per quanto possa contare la posizione della nostra Nazione, si concentra sulle elezioni politiche del 25 settembre. La priorità sono le poltrone per i vari accattoni della politica di casa nostra, impegnati in una dura battaglia per garantirsi la pagnotta del seggio in Parlamento. Tutto il resto può attendere.
Poco importa se oggi almeno 200 militari e altre persone, tra cui un ragazzino di 11 anni, sono morti in un attacco missilistico sferrato da Mosca sulla stazione ferroviaria di Chaplyne, nella regione di Dnipropetrovsk. “Risponderemo presto e in maniera dura al raid russo”, annuncia Kiev dopo questo ennesimo attacco. L’offensiva dell’esercito di Putin si concentra anche nel Donetsk e sta provocando la morte di diversi civili. Intanto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, è arrivato a Kiev dove incontrerà Zelensky e il suo omologo Kuleba. “Irpin distrutta e in Italia c’è ancora chi nega”, il suo primo commento. Peccato che il primo che sta pensando alla poltrona sia proprio Di Maio, con un partito fantoccio nato con il solo obiettivo di far scattare un seggio per lui.
