HomeAperturaMeloni premier: giudichiamola dopo

Meloni premier: giudichiamola dopo

Mancano ormai pochi giorni al voto delle elezioni Politiche del 25 settembre e sono pochi, molto pochi, i dubbi su come andranno a finire. Il centrodestra conquisterà il governo del Paese e l’Italia avrà un premier che sarà Giorgia Meloni.

Per la prima volta l’Italia si avvia ad essere governata da una donna. Andrà bene, andrà male, chi lo sa, lo scopriremo soltanto vivendolo questo ennesimo capitolo della politica italiana. Così almeno la logica e il buon senso vorrebbero. In verità neanche noi nutriamo chissà quali aspettative, perché il vero problema è un sistema malato che non consentirebbe nemmeno a Superman o a Wonder Woman di ribaltare la situazione e risolvere le emergenze sociali ed economiche.

Al netto di tutto, però, appare un esercizio di follia il solito coro all’italiana di tutti quelli che già contestano la futura premier soltanto perché è di destra piuttosto che di sinistra, perché parla con l’accento romano, piuttosto che perché sia simpatica o antipatica. E’ un campionario di offese, volgarità e chi più ne ha più ne metta. E poi tutta la solita retorica legata al fascismo – che in Italia per chi non l’abbia ancora capito è morto e sepolto – e ad altri termini come “sovranismo” ripetuti come un juke-box e puttanate varie di cui la gente si riempie la bocca come i pappagalli, dopo averli sentiti in tv o letti sui social.

Le voci più critiche verso la Meloni sono soprattutto quelle delle donne. C’era una volta la solidarietà femminile e c’è oggi il pregiudizio di una donna verso l’altra. La critica è la prassi, una buona parola è l’eccezione. Eloquente fu la scena di qualche tempo fa in cui una giornalista chiedeva a Maria Elena Boschi: “Lei, da donna sarebbe contenta se Giorgia Meloni diventasse la prima donna ad essere primo ministro in Italia?”. “Sinceramente no”, rispose la Boschi, e per certi versi va apprezzata la franchezza. Peccato che la motivazione – e cioè la non appartenenza al suo partito – sia talmente disarmante da riassumere perché l’Italia sia finita nella melma totale ormai da troppo tempo.

I manicomi sono stati chiusi da un pezzo ma bisognerebbe riaprirli nel sentire persone che in questi giorni, nei palazzi della politica, come al bar e sui divani di casa, già dice che “la Meloni rovinerà l’Italia”, anzi “Meloni ha rovinato l’Italia”, “tornerà il fascismo”, “usciremo dall’Europa” e magari che accadrà il Diluvio Universale 10 minuti dopo che diventerà primo ministro. Bestialità di ogni genere, che si commentano da sole, nell’unica Nazione dove ci si divide e si alzano le barricate tra destra e sinistra, senza capire che esistono persone in gamba e capaci, o viceversa asini e sautafossi, da entrambe le parti.

La verità è che in Italia ha fatto male il centrodestra a trazione Berlusconi, che ha promesso tante cose ma non ha mai risolto i problemi del Paese e fa quasi compassione vederlo alle porte dei 90 anni ancora a fare gli stessi annunci del 1994, con le mille euro ai giovani piuttosto che alla casalinga di Voghera. Così come il centrosinistra vinse le ultime elezioni nel 2006 con Romano Prodi e poi, da allora ad oggi, ha sempre governato con una infinità di esecutivi di palazzo e il segretario del PD, Enrico Letta, che in questa campagna elettorale ha fatto disastri come la grandine, meriterebbe un TSO immediato quando si ostina a ripetere la fatidica frase “se andremo noi al governo”. Ma perché sinora il PD dov’è stato? AI giardinetti o piuttosto asserragliato con il Bostik nelle poltrone di Palazzo Madama e Montecitorio?

E allora, visto che sino a quando c’è vita c’è speranza, vediamo che farà la Meloni, auspicando riesca a fare bene perché se va male andrà male per tutti, non solo per lei.

La leader di Fratelli d’Italia ha saputo creare un partito che dal 4% è passato all’odierno 25%. Ci è riuscita facendo opposizione e le va riconosciuto il merito del dove è riuscita ad arrivare. Mentre altri (come Fini) che miravano a raccogliere l’eredità di Berlusconi, sono spariti dalla scena politica, altri ancora si sono riciclati nel PD (Casini) e il suo attuale alleato Salvini era arrivato alle porte del 30% nel 2018, per poi crollare al attuale. Poi si può pensare bene o pensare male di quelle che sono le idee della Meloni ma è un’altra storia.

Chi vince governa, e al 99% sarà la Meloni a guidare il prossimo governo. Vediamo come si comporterà, proviamola come l’Italia ha sperimentato quattro anni fa i Cinque Stelle, con tutto ciò che è accaduto dopo. Le profezie di adesso contano zero, meno di zero. E’ il momento del rispetto e del buon senso e se sarà un’altra delusione, ne prenderemo atto e la critica sarà legittima e doverosa.

Ma giudichiamola per quello che farà domani, non oggi che neanche ha iniziato. Processiamola (politicamente parlando) dopo, non prima ancora di aver vinto le elezioni. Tutto il resto è un idiotissimo e patetico rituale all’italiana, l’unico posto al mondo dove anziché augurarsi qualcosa di buono si fa il tifo per le disgrazie altrui e c’è chi gode come un riccio mentre indossa la tonaca dello Sciacallo dei Tropici.

ARTICOLI CORRELATI

POTREBBE INTERESSARTI

SEGUICI SUI NOSTRI SOCIAL

35,880FansMi piace
14,200FollowerSegui
My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.