Da diversi giorni a Taormina, come pure a Messina, ci si chiede da più parti se corrisponda a verità la voce, abbastanza insistente, di un presunto litigio tra l’attuale sindaco di Taormina e leader di Sud chiama Nord, Cateno De Luca, e uno dei suoi “fedelissimi” Giuseppe, detto Pippo, Campagna, direttore generale della Città Metropolitana di Messina, presidente di Asm Taormina e già presidente di Atm Messina.
Nel dubbio amletico il mondo è andato avanti, le trattative per la pace in Ucraina stanno proseguendo, Carlo Conti ha scelto i concorrenti per il Festival di Sanremo e nelle case dei siciliani vanno avanti i preparativi per il Natale.
Ciò premesso, nella sua arringa imperiale di fine anno sul balcone, alla cena natalizia di partito, De Luca si è lanciato in alcuni riferimenti spigolosi che non sono passati inosservati. Non ha fatto nessun nome ma da più parti si è presupposto, interpretato o immaginato che le sue bordate fossero forse riferite in qualche modo a Campagna.
“Non ci possiamo più permettere di agire con superficialità. Quando ci si si sente arrivati o seduti scattano una serie di sindromi e anche al nostro interno è capitato. Superficialità, sentirsi troppo sicuri della conquista, permettendosi il lusso di perdere la genuinità che ci ha portato a raggiungere certi obiettivi”. “La superficialità ci porta a fare danni con le nostre mani, mai abbassare la guardia. Soprattutto per coloro che rappresentano questo progetto in vari ruoli e in varie istituzioni”. Queste sono state la parole di De Luca, che ha pure accennato con disappunto ad “un calo di tensione”, strigliando insomma i suoi colonnelli. A chi si riferiva? Si rivolgeva in astratto a tutti e nessuno in particolare? O voleva dare un segnale ben preciso a qualcuno?
A quella cena Campagna era presente. Quelle parole le ha ascoltate dal tavolo in sedeva, anche se l’impressione – probabilmente sbagliata, certo (o magari no) – è che fosse un po’ in disparte, meno protagonista di altre volte. Ad alimentare le voci anche il fatto che nei giorni precedenti alle parole di De Luca e a quella cena, Campagna non aveva presenziato a nessuno degli appuntamenti pubblici deluchiani a Taormina, come le accensioni dell’albero di Natale in centro e nelle frazioni, neppure al comizio a Giardini Naxos e anche in Asm non era stata notata la sua presenza solitamente puntuale. Di sicuro sarà stato un incastro di pure casualità dovute ad altri concomitanti impegni di Campagna, anche se va detto che suona strano. Campagna, da due anni e mezzo a questa parte, non è mai mancato alla dirette organizzate dal sindaco a Taormina in cui De Luca dà il segno della sua presenza (a spot) in città, narra i capitoli più impattanti della sua buona amministrazione e ci tiene a far vedere ai taorminesi che, oltre alla presenza quotidiana del co-sindaco Massimo Brocato, c’è sempre lui alla guida del Comune.
La voce del momento, dicevamo, è quella di una presunta lite tra De Luca e Campagna. C’è stato uno screzio? Uno strappo? Tutto già chiarito? Chissà. Campagna ha già chiarito e bollato la questione come “voci prive di alcun fondamento”. Fine delle trasmissioni. E d’altronde De Luca è un politico molto attento su queste situazioni, non le fa (quasi) mai trapelare all’esterno e non vuole che possa filtrare una virgola in merito. Se rimangono dinamiche interne che rientrano e vengono appianate tutto finisce lì, altrimenti è lui stesso che passa avanti, parte a valanga e spara a zero nei casi in cui si consuma un addio e il partente di turno va silurato con la patente di “ingrato” e il bollino di “traditore”. Il messaggio alla cena, tuttavia, De Luca lo ha lanciato, ha scelto di farlo nel suo discorso con la volontà di far sapere come lui esige che vadano le cose. Perciò ha fatto filtrare che qualcuno ha commesso degli errori. Si riferiva a Campagna o ad altri?
Qualcosa, al netto delle smentite ufficiali, pare sia comunque accaduta perché si racconta in particolare di un confronto abbastanza teso che sarebbe avvenuto tra De Luca e Campagna in una stanza della Città Metropolitana, a Palazzo dei Leoni. La tensione verrebbe ricollegata, in particolare, a questioni sull’Atm Messina, l’azienda ora presieduta da Carla Grillo e dove prima di lei alla guida c’era proprio Campagna.
Sarà stata “normale” dialettica, mettiamola bonariamente così. Anche perché il momento è di quelli tesi e complicati. De Luca in questa fase è sotto pressione, ha riacceso i motori per le Regionali ed è alla ricerca di un varco per uscire dalla morsa dell’isolamento rispetto ai due poli, perché da destra a sinistra non hanno gradito la sua strategia dei due “forni” e lo aspettano (politicamente) tutti al varco.
Sul caso Campagna i bookmakers hanno già quotato il finale della storia, con il leader che chiamerà il suo “fedelissimo” all’apparizione pubblica nuovamente insieme, si mostreranno felici e contenti, a braccetto in piena sintonia, perché così vuole il copione e bisogna far vedere che i soliti “cattivoni” dell’iperuranio anti-deluchiano hanno inventato una lite per “intimidire” Cateno De Luca. Il mondo aspetta e trepida l’evento ma già lo sa che potrà tirare un sospiro di sollievo e la strenna di Santa Claus riprenderà il suo viaggio da Sud a Nord. Non è accaduto nulla. Libertà, libertà.


