HomeTurismo & LifestyleL'impero di Pif, il fondo pronto ad investire con Forte a Taormina

L’impero di Pif, il fondo pronto ad investire con Forte a Taormina

TAORMINA – Il nome Pif fa pensare in Italia ad un personaggio della tv, e invece è ben altro, l’acronimo del Public Investment Fund, un fondo di investimento saudita che sta conquistando il mondo a suon di operazioni da capogiro. Il PIF ha raggiunto un patrimonio netto gestito di 360 miliardi di dollari ed è sostanzialmente il motore finanziario per la realizzazione della strategia di sviluppo Saudi Vision 2030, dopo la completa ristrutturazione della sua governance avvenuta nel 2015.

Pif sta puntando con decisione sull’Europa e i settori strategici sui quali si sta muovendo sono quelli che possono determinare una crescita economica ma al contempo possono anche dare visibilità al fondo arabo. Non a caso Pif è sempre più protagonista degli eventi sportivi internazionali, ma ora punta a recitare un ruolo di primo piano nel lusso e nel turismo.

L’Italia è uno dei centri strategici di questi investimenti. In tal quadro si è inserita l’operazione con Azimut-Benetti, dove Pif ha comprato il 33% del capitale della società dei mega yacht di ed è entrato nella top ten degli investimenti dei fondi sovrani in Italia. E poi, adesso, è stata completata anche l’intesa che ha portato Pif ad acquisire il 49% di Rocco Forte Hotels, colosso dell’hotellerie a cinque stelle.

Entrambe le operazioni sono state chiuse in tempi da record, con una estrema rapidità che dimostra in termini significativi come l’investitore arabo se decide di accrescere i propri possedimenti, viste le ingenti disponibilità economiche, non ci mette molto a formalizzare tutti i documenti e ad ultimare.

Nel 2023 autorità saudite hanno pure trasferito al PIF una quota ulteriore del 4 per cento di Saudi Aramco, compagnia petrolifera statale, valutata quasi 80 miliardi di dollari.

Il presidente del fondo Pif è il principe Mohammed bin Salman, 38 anni, membro della famiglia reale Al Sa’Ud, figlio dell’attuale re saudita Salman ed è il primo nella linea di successione al trono dell’Arabia Saudita: il suo patrimonio è stimato intorno ai 18 miliardi di dollari.

Il Pif è un fondo sovrano, ovvero un fondo d’investimento pubblico di proprietà del governo del proprio paese. In questo caso, dell’Arabia Saudita, con sede a Riyad ed è, tra l’altro, anche al centro di diverse versioni sul valore effettivo degli asset gestiti. Secondo il Sovereign Wealth Fund Institute, si aggirerebbe sui 370 miliardi di euro (430 miliardi di dollari). A marzo quando, è stata lanciata la seconda fase del programma Saudi Vision 2030, stando a a quanto riportato sul sito dell’US-Saudi Business Council, “il PIF ha triplicato i propri asset gestiti a quasi 400 miliardi di dollari”, ovvero 346 miliardi di euro. Secondo la Reuters già nel 2020 ha raggiunto i 350 miliardi di euro (1500 miliardi di riyal) e nel 2025 punta a superare i 900 miliardi di euro (4000 miliardi di riyal), citando le dichiarazioni del presidente del fondo, Mohammed bin Salman Al Saud.

Per gran parte della propria storia, a partire dalla fondazione nel 1971, il PIF si è occupato di gestire società nazionali senza avere una particolare influenza sull’economia del Regno. È nell’ultimo decennio che, sulla scia degli altri fondi sovrani del Medio Oriente, si è assistito ad un allargamento del proprio portfolio di investimenti. Nel 2015 ha rilevato il 38% del colosso sudcoreano Posco Engineering & Construction e nel 2016 le quote di Aramco (la compagnia petrolifera saudita, nonché la prima al mondo per emissioni di carbonio) sono state trasferite nel fondo sovrano. Nello stesso anno, ha acquisito una quota di minoranza di Uber per circa 3,5 miliardi di dollari e si è unito a SoftBank per un investimento da 45 miliardi in tre anni su un fondo congiunto. Il Pif conta inoltre altri investimenti negli Stati Uniti in vari campi, dai resort di lusso fino ai social media.

L’ingresso al 49% della holding di Rocco Forte segna una netta accelerazione di Pif nella volontà di puntare sull’hotellerie di lusso in Italia. Le strategie dell’imprenditore italo-britannico si “sposano” perfettamente con quelli del fondo sovrano e tra gli obiettivi rientra anche quello di investire nelle capitali del turismo e le località iconiche del movimento vacanziero. Sir Forte ha messo da tempo nel suo mirino Taormina e lo ha dichiarato pubblicamente: vuole acquisire una struttura alberghiera in questa città e ora con l’apporto di Pif avrà una straordinaria forza economica per centrare il suo sogno di vecchia data. Le prossime settimane saranno già importanti per delineare uno scenario che, già in ottica 2024, potrebbe creare le premesse per una vera e propria, ulteriore, rivoluzione nell’industria dell’ospitalità a Taormina.

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