L’alleanza cauta di De Luca e il “telegramma” a sinistra: una mossa che non preoccupa il centrodestra

0

Cateno De Luca annuncia l’intesa con il centrodestra già fatta e chiusa con il centrodestra sul piano nazionale, e non è una sorpresa perché qui la scelta si era già palesata ufficialmente nelle tornate di voto per le Regionali. Ma il dato politico che ora diventa significativo e può rimettere in discussione lo scenario è quello delle parole del sindaco di Taormina sulla Sicilia.

le nostre proposte per la legge di stabilità regionale 2026. “…Sul tema del futuro in Sicilia abbiamo detto che il 2026 ci porterà a definire la nostra posizione e la decisione definitiva sarà presa dopo le elezioni Amministrative. Ci saranno situazioni diversificate, in alcuni casi andremo da soli, in altri andremo insieme e ci sono anche delle sensibilità più spinte sul centrosinistra. Fino a quando non c’è un patto di coalizione è così. Di certo ci saremo alle elezioni Amministrative con una nostra progettualità. Faremo alleanze spurie? Alleanze civiche o a destra o a sinistra a seconda dei comuni? Sì, perché noi non facciamo parte ancora di un quadro di centrodestra…”.

In buona sostanza, De Luca si è spostato verso il centrodestra sin dal “patto di desistenza” con Renato Schifani ma in Sicilia sa che i big del centrodestra non faranno sconti a lui e al suo movimento. Repetita iuvant: lo aspettano al varco e ne è consapevole. E allora ricorda che sino a fine legislatura a Palermo non entrerà in maggioranza (ma questo ad onore del vero lo ha sempre detto con chiarezza), poi però tiene le porte aperte alla sinistra e manda un telegramma a quei “cattivoni” di Pd e 5 Stelle che non hanno voluto un accordo con Sud chiama Nord alle Europee. E d’altronde non è un mistero che se domani mattina, per assurdo (mai dire mai), dal Nazareno dovessero chiamarlo e dirgli di fare lui il candidato alla presidenza della Regione per un campo largo, vedremmo Cateno De Luca fare i bagagli a gran velocità e rimangiarsi tutte le bordate lanciate in questi mesi alla sinistra, per poi magari destinare 10 minuti dopo quegli stessi attacchi alla destra.

La politica è galoppina”, diceva un noto imprenditore nella sua esperienza politica. E “tu galoppala”, sembra aggiungere con il suo messaggio subliminale l’Imperatore del Nisi, che si smarca, prova a prendere tempo e non dà più per scontato un percorso che in realtà è già iniziato, nell’estremo tentativo di vedere se si può riaprire la discussione dall’altra parte. De Luca sa che ad oggi il centrosinistra non ha nessuna possibilità di vincere le prossime Regionali o più o meno ha una chance attorno all’1% e allora sogna (e sognava già un anno fa) di essere lui la figura in grado di scardinare gli equilibri, memore di quel clamoroso 25% del 2022. Un exploit che poi si è squagliato tra le scelte disastrose dell’ultimo biennio sino a crollare sotto l’8% nel dato isolano alle Europee 2024.

E allora il centrodestra siciliano difficilmente si farà portare a spasso da De Luca e dalla sua strategia attendista. Politici navigati come i vari Raffaele Lombardo e Totò Cuffaro come del resto lo stesso Renato Schifani, queste strategie le conoscono bene da una vita. Non si sorprendono e non si fanno trovare spiazzati. Non a caso la strategia di De Luca sinora è stata quella di tessere i suoi rapporti a destra con i big della “new era” e sta puntando ad intrecciare rapporti con i “capi” emergenti, tastando il polso alle relative ambizioni. Una strada anche giusta, forse l’unica percorribile, ma anche quella non semplice.

“Stiamo preparando le nostre proposte per la legge di stabilità regionale 2026”, fa sapere De Luca. E lì ci sarà già un banco di prova per capire se De Luca avrà più voglia di convincere il governo siciliano a “sposare” le sue iniziative o piuttosto vorrà riaprire i giochi e punterà ad una frattura (che fa rima con rottura), per mettere intanto pressione al centrodestra. Ad oggi il sussurro di una virata a sinistra di De Luca è un qualcosa a metà tra il suo “sogno proibito” e un modo scaltro per creare inquietudini e alzare la posta, un segnale per farsi ancora corteggiare verso le “seconde nozze” con il centrodestra.

Il punto è che il De Luca che ieri contava il 25% avrebbe potuto portare a spasso a suo piacimento il centrodestra. Ma quella posizione di forza prima se l’è costruita di forza da solo e poi sempre da solo l’ha frantumata. Oggi il sindaco di Taormina a Palermo ha il fianco scoperto e di quella difficoltà ne è consapevole anche questo centrodestra, persino quello sfilacciato che si è già spaccato sulla manovra quater (ma che poi trova sempre un modo democristiano di sanare i livori e cucire gli strappi) sa che i numeri sono cambiati e che le Regionali 2027 le potrà vincere, con De Luca dentro la coalizione oppure anche senza. E d’altronde un Cateno De Luca depotenziato sino a che punto può spostare i destini della partita da una parte o dall’altra?