Dopo due anni e mezzo di scontro ad oltranza e contrapposizione totale “scoppia” la pace tra Renato Schifani e Cateno De Luca e l’inedito asse che sembra prospettarsi tra il presidente della Regione e il capo dell’opposizione accende le perplessità dei big del centrodestra siciliano. L’incontro dei giorni scorsi al Palazzo d’Orleans, al netto del fatto che si trattasse di un giro di consultazioni con tutte le forze politiche di minoranza, ha aperto le porte al disgelo tra i due contendenti. Poi è arrivata in aula la Manovra Quater, ed è maturato il voto favorevole di Sud chiama Nord.
Si dirà che anche le altre opposizioni, M5S e PD, hanno votato a favore della variazione di bilancio ma la posizione che sembra assumere una valenza assai più significativa e che finisce sotto la lente d’ingrandimento è evidentemente quella di ScN, in una fase in cui il movimento De Luca spinge per aprirsi un varco nel centrodestra, una via obbligata per uscire dall’isolamento politico in cui – a detta di De Luca stesso – è finito il movimento.
Lo scambio di dichiarazioni concilianti tra Schifani e De Luca disorienta gli ambienti di vertice del centrodestra siciliano. C’è chi si dice convinto che la “luna di miele” durerà poco, e chi ritiene che la pax di fine 2024, in fondo, sia una manovra proprio da parte di De Luca per destabilizzare l’attuale assetto della coalizione di governo e mettere in discussione gli equilibri consolidati. Matteo Renzi la chiamerebbe “la mossa del Cavallo di Troia”, espressione d’altronde (non a caso?) utilizzata dallo stesso De Luca nell’argomentare le linee guida della nuova fase di Sud chiama Nord.
Le reazioni dei vertici della politica siciliana alla pax tra Schifani e De Luca in questi giorni corrono sull’inconfessabile filo di telefonate, messaggi whatsapp e scambi di vedute che vedono alcuni big della maggioranza perplessi e piuttosto rigidi su questo inedito asse. E d’altronde gli avversari – o nemici, a seconda dei punti di vista – di De Luca nel centrodestra non sono pochi, non hanno mai dimenticato gli strali di fuoco del sindaco di Taormina contro di loro e i suoi attacchi durissimi verso l’attuale maggioranza. E non hanno mai fatto mistero di non fare salti di “gioia” all’idea di ritrovarsi Scateno dentro la coalizione di governo. Non accadrà adesso e non in questa legislatura all’Ars, insomma non subito, o magari si avrà un’accelerata forse già nel 2025 se dovesse arrivare un’intesa per le elezioni Provinciali.
Cosi la pax tra Schifani e De Luca, se avrà un seguito, rischia di tradursi in un problema per il presidente e in un vantaggio soprattutto per De Luca, che nel frattempo torna al centro della partita in una fase complicata post-Europee per Sud chiama Nord, e lo fa percorrendo una virata netta sulla sua strategia politica, dichiarandosi anche disponibile a fare il “numero due” e quindi intenzionato ad archiviare la strategia dell’uno contro tutti. L’alleanza che si delinea per ScN con il centrodestra è un dato di fatto, anche se l’idea deluchiana iniziale, ampiamente dichiarata, era quella di rottamare gli attuali leader per aprire solo a patto che ci fosse “un nuovo centrodestra”, guidato dagli emergenti della nuova generazione politica.
Tuttavia i leader di lungo corso del centrodestra (a partire da Cuffaro e Lombardo in primis) non hanno nessuna intenzione di farsi da parte, rimangono determinanti e adesso che Forza Italia ha fatto sapere al recente meeting della “Zagarella” di non avere dubbi nel voler ricandidare Schifani, De Luca ha lanciato segnali di dialogo al presidente in carica della Regione. Ne è scaturita un’apertura reciproca del tutto inattesa, impronosticabile anche per i migliori bookmakers della politica.
Ma, come detto, i big del centrodestra non si appassionano a questo scambio pubblico di apprezzamenti tra Schifani e De Luca, scrutano l’orizzonte ritenendo che il quadro in fieri, al di là dello scenario oggettivo di un rafforzamento numerico del centrodestra, stia restituendo intanto centralità e visibilità al leader di Sud chiama Nord proprio nel suo momento più difficile maturato dopo i risultati deludenti conseguiti tra le Suppletive del Senato a Monza e poi le Europee, con quest’ultima tornata che aveva visto ScN scendere il movimento sotto il 10% su livelli molto distanti dal boom del 24% delle Regionali 2022.
Schifani, ex presidente del Senato e figura di primo piano di Forza Italia in ambito nazionale, ha una lunga e solida esperienza politica per interpretare le situazioni, lo sa che, in fondo, i convincimenti e le posizioni critiche di De Luca non sono cambiate improvvisamente e forse Schifani sta assecondando il momento per capire dove porterà questa collaborazione. Oggi, insomma, è la fase della collaborazione di Cateno e domani potrebbe tornare in azione la furia di Scateno l’impertinente. E al contempo De Luca, che nel suo curriculum ha il governo di cinque palazzi e quattro volte eletto all’Ars, ha altrettanta esperienza e scaltrezza, in particolare è consapevole che l’unico modo per costruire la “new era” – che era e rimane il suo obiettivo – è quello di entrare, incunearsi e scardinare gli equilibri da dentro.
E allora chi avrà ragione? E dove si arriverà? La strana coppia della politica siciliana darà realmente vita ad un clamoroso asse in grado di ribaltare tutto e di sparigliare le ambizioni di altri contendenti con Schifani che si ricandida e De Luca suo vice alle future Regionali, oppure sarà soltanto una effimera parentesi di cordialità istituzionale di fine anno verso una futura riapertura delle ostilità? Ma soprattutto, il centrodestra e i suoi “pesi massimi” accompagneranno questo clima di “rose e fiori” o qualcuno uscirà allo scoperto per provare a mettere dei paletti e sbarrare la strada all’inedita collaborazione al vertice tra i due avversari? L’impressione è che il confine tra la quiete e la tempesta, e tra veleno e miele, sia molto sottile, un esercizio politico di precario equilibrio in “salsa siciliana”. Incombe il Natale con il suo clima da grotta di Betlemme, e in questa fase si è sempre tutti un pò più buoni, ma poi ripartirà la giostra, quella vera, e lì si andrà, probabilmente, alla resa dei conti.