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La Sacerdotessa di Iside torna a Taormina: ora la sfida è farla restare qui

TAORMINA – Il Parco Archeologico Naxos Taormina annuncia con entusiasmo l’arrivo della Sacerdotessa di Iside, una delle opere più emblematiche della storia antica di Taormina, per la mostra sulla città. A darle il benvenuto la direttrice del Parco, l’archeologa Gabriella Tigano, che si è impegnata per questo progetto ed è da mesi al lavoro con un team pluridisciplinare per la grande mostra che ricostruisce la storia della città, dall’epoca greca a quella romana. La prestigiosa esposizione prevista a Palazzo Ciampoli promette di essere un evento culturale di eccezionale rilevanza.

La Sacerdotessa di Iside, conservata ed esposta al Museo Archeologico Regionale “Antonio Salinas” di Palermo, è stata ritrovata nel 1861 a Taormina nell’area dell’attuale chiesa di San Pancrazio ed è una delle più importanti testimonianze dell’antico legame fra Taormina e i culti religiosi dell’epoca greca e romana. La statua di marmo greco, databile intorno al II secolo d.C., ha un’altezza di 1,37 m e raffigura una giovane sacerdotessa d’Iside che indossa un lungo chitone frangiato con una sorta di nodo sul petto, calza sandali stringati e nella mano sinistra tiene un piccolo vaso con coperchio intrecciato, da cui si intravede un serpente che sembra voler uscire dal vasetto. 

Dopo 22 anni la preziosa statua ritorna (temporaneamente) a Taormina, dove era già stata ospitata nel 2002 in occasione dell’inaugurazione del Museo Archeologico della Badia Vecchia, oggi chiuso. Questo ritorno in città rappresenta un momento storico per la comunità locale e per gli appassionati di archeologia, ma allo stesso tempo riaccende il dibattito sulla collocazione permanente della statua. Nel 2019 era stata lanciata dal taorminese Pancrazio Faraci una petizione con la richiesta al Presidente della Regione Siciliana di restituire la statua della sacerdotessa di Iside alla città di Taormina, luogo dove è stata ritrovata, anche per dare l’input alla creazione di un museo in città. Oggi, con l’avvenuta riapertura di Palazzo Corvaja, questa possibilità potrebbe essere più concreta in quanto riportare la statua nel contesto geografico, culturale e storico di origine non ne comporterebbe una diminuzione della rilevanza dell’opera, anzi consentirebbe di elevarne la visibilità, valorizzando al meglio l’identità e le connessioni con il territorio e la comunità da cui proviene. 

La possibilità di riportare definitivamente a Taormina la preziosa statua appare una soluzione equilibrata da prendere in considerazione, una via da percorrere. Una scelta in grado di coniugare al meglio la visibilità, la conservazione ed il rispetto del contesto storico-culturale, contribuendo al tempo stesso ad una reale valorizzazione del patrimonio locale e alla promozione di un turismo culturale di qualità. Taormina, essendo la principale località turistica della Sicilia, garantisce un flusso continuo di visitatori, inoltre, la riapertura del Palazzo Corvaja impone al Comune di dare lustro all’ex sede del Parlamento siciliano. Palazzo Corvaja merita di più rispetto alla prospettiva di location per mostre “toccata e fuga” e ora più che mai avrebbe tutto per essere una degna sede espositiva per un’opera di altissimo pregio come la Sacerdotessa di Iside, rappresentando nella sua nuova rinnovata veste sottoposta a risanamento conservativo, una sede ideale per valorizzare ulteriormente il patrimonio culturale locale.

L’auspicio è che il Comune di Taormina e il Parco di Naxos prendano in considerazione l’opportunità e facciano fronte comune per questa svolta. Esponendo la Sacerdotessa di Iside nel cuore di Taormina, si potrebbe non solo dare la migliore visibilità possibile al bene, ma anche arricchire l’esperienza culturale dei visitatori, offrendo loro una comprensione più profonda della storia e della cultura della città. Taormina saprà sfruttare quest’occasione o sarà l’ennesimo nulla di fatto?

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