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La nuova vita di Giggino l’apprendista

epa10183416 The leader of the Italian party 'Impegno Civico' and Foreign Minister Luigi Di Maio is carried in the air by the waiters of the folkloristic trattoria Nennella in imitation of the famous ballet staged by Patrick Swayze and Jennifer Gray in the film Dirty Dancing, on the occasion of a visit to the neighborhood of the Pignasecca, in Naples, Italy, 14 September 2022. EPA/CIRO FUSCO

Doveva cambiare l’Italia, alla fine ha stravolto soltanto il suo conto in banca. Voleva abolire la povertà, l’ha moltiplicata con altri 3 milioni e mezzo di italiani che non possono più fare a meno del Reddito di Cittadinanza. Luigi Di Maio si è consegnato all’oblio della politica italiana dopo la scoppola presa alle elezioni del 25 settembre scorso.

Il Ministro degli Esteri vive i suoi ultimi giorni romani, prima dell’insediamento del nuovo governo Meloni e del prossimo inquilino alla Farnesina. La valigia per tornare a casa è pronta. In Parlamento non c’è più posto per lui. E nel frattempo Giggino ha cancellato a quanto pare anche i suoi profili social, dei quali non c’è più traccia.

“Abbiamo abolito Di Maio”, è la battuta graffiante scelta da Osho, con sullo sfondo l’ormai celebre scatto che immortala “Gigino” esultare dalla balconata per il Reddito di Cittadinanza. Resta l’umiliante risultato elettorale di Impegno Civico, sconfitto nel collegio di Napoli-Fuorigrotta, dove ha trionfato il grillino Sergio Costa. Una legnata col timbro finale dei suoi ex compagni di avventura ha messo il punto esclamativo sulla Caporetto politica per l’ex capo del Movimento Cinque Stelle, trionfatore dei trombati dell’election day.

Ma in realtà non è finita qui perchè c’è altro da raccontare. Di Maio non rimarrà disoccupato e, in attesa del vitalizio, pare proprio che abbia trovato lavoro. L’imprenditore romagnolo, Gianluca Spadoni, si è detto “pronto ad assumere gli ex parlamentari non rieletti il 25 settembre e ora disoccupati”.

La proposta è arrivata nel corso dell’evento di Ravenna “Preparati a tutto”, dedicato “ai professionisti e imprenditori che vogliono eccellere nel proprio lavoro e condurre una vita appagante senza il timore che la riuscita di uno precluda il successo dell’altro”. Ed è qui che Spadoni ha lanciato la sua provocazione: “Volentieri offro un lavoro agli ex parlamentari oggi disoccupati, specie quelli che entrarono in Parlamento dopo poche decine di click web, perché credo abbiano avuto le loro buone intenzioni quando crearono il Reddito di Cittadinanza”. E ancora, l’imprenditore della Formazione Professionale e del Coaching: “Le buone intenzioni da sole non bastano, servono le competenze intese come l’insieme della conoscenza che sviluppiamo e dell’esperienza che facciamo nella vita. Gli ex parlamentari aprano quindi una nuova fase della loro vita e vengano a fare gli apprendisti da noi”.

Apprendista – ha voluto precisare – “non è legato ai primi giorni della loro vita operativa, ma bensì a colui che ogni giorno impara qualcosa di nuovo”. Senza nominarlo, il riferimento al “padre” del Reddito di cittadinanza è chiaro: “Il Reddito di cittadinanza è un voto di scambio. Tu prometti alla gente che, se ti votano, gli dai lo stipendio senza lavorare, poi la gente ti vota. È ovvio che uno Stato civile debba aiutare gli ultimi. Ma per ‘ultimi’ non credo siano ragazzi di 25 anni in forze”. E nemmeno uno come Di Maio che ha da poco compiuto 36 anni.

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