HomeItalia - EsteriIn Italia 2 mila farmaci introvabili: cosa accadrà a gennaio?

In Italia 2 mila farmaci introvabili: cosa accadrà a gennaio?

Scaffali vuoti, farmaci che non sono disponibili al momento e sembrano praticamente introvabili. Ma che sta succedendo nelle farmacie italiane? La risposta arriva dal presidente della Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani (Fofi), Andrea Mandelli che ricollega questo fenomeno agli effetti dell’influenza che sta colpendo migliaia di italiani.

Sono infatti “tra i 1.500 e i 2.000 i farmaci che mancano sugli scaffali delle farmacie italiane”, ha evidenziato Mandelli, ed il riferimento va ad antinfiammatori, antipiretici, antibiotici, prodotti per la tosse per bambini a base di ibuprofene, alcuni antibiotici di uso orale e pediatrico, antipiretici e gli aereosol.

Tra le cause della mancanza di farmaci per curare l’influenza ci sono anche “i problemi legati alla guerra”. Con le sanzioni occidentali nei confronti della Russia, alcuni materiali risultano irreperibili. Da qui il “problema del confezionamento, per cui mancano le fialette di vetro, manca la lamina del blister di alluminio delle pasticche”. Tutte segnalazioni che portano Mandelli a raccomandarsi con gli italiani affinché facciano “un uso consapevole dei farmaci senza andare a fare scorte inutili”.

Il timore è che a gennaio il problema sia destinato a diventare decisamente ancora più pesante per gli italiani. E ovviamente ci si mette anche il Covid, che non è ancora finito e di riflesso contribuisce a mettere sotto pressione il sistema sanitario ed il comparto farmaceutico.

In Italia nell’ultima settimana risultano in lieve calo l’incidenza dei casi di Covid e l’indice di trasmissibilità Rt, seppur sempre sopra la soglia epidemica dell’unità (1,10). Ma, nonostante i “segnali positivi”, secondo il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano, “la curva non è ancora arrivata al picco”. “Siamo probabilmente al plateau di un’onda che continuerà a evidenziarsi”, ha riferito il docente di Igiene dell’Università Statale di Milano, commentando i dati emersi dal consueto monitoraggio settimanale curato dall’Istituto superiore di sanità e dal ministero della Salute. “C’è comunque ancora un rischio alto”, ha spiegato Pregliasco, invitando a “non abbassare la guardia”, per poi avvertire: “Il virus Sars-CoV-2 resterà con noi anche a Natale insieme ai virus dell’influenza stagionale e delle altre infezioni respiratorie che stanno aumentando”. Sempre in riferimento ai dati emersi dal monitoraggio settimanale, il virologo ha poi spiegato che “sicuramente il dato dell’incidenza è poco affidabile considerando che in molti non notificano il tampone risultato positivo con il test “fai da te” a casa e quindi il numero dei casi è sottostimato”.

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