HomePrimo pianoImprenditore cacciato col nipotino a Taormina: il caso arriva al Ministro

Imprenditore cacciato col nipotino a Taormina: il caso arriva al Ministro

TAORMINA – Finisce addirittura in Parlamento la vicenda dell’imprenditore di Reggio Calabria che ha denunciato attraverso il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, di essere stato invitato a lasciare il bar-ristorante di un noto hotel di Taormina nella giornata del 6 gennaio scorso. Motivo di quella incresciosa situazione, come si ricorderà, era stata la presenza con l’imprenditore del nipotino di 6 mesi.

Un esponente del governo Meloni, il deputato Alfredo Antoniozzi, eletto in Fratelli d’Italia, ha presentato ora un’interrogazione parlamentare (clicca qui per il testo integrale).

L’on. Antoniozzi spiega i fatti e si rivolge al Ministro per la Famiglia, Eugenia Roccella: “Nelle ore successive alla pubblicazione della notizia sugli organi d’informazione, il Garante è stato raggiunto da altri cittadini che hanno esposto similari situazioni vissute in prima persona in strutture alberghiere e di ristorazione sparse sul territorio nazionale. Tutte motivazioni che il Garante giudica essere scontate e regolamentate da leggi vigenti in materia di sicurezza, ma inclusive dei bambini e degli adolescenti, non già escludenti –: se sia a conoscenza di questa « tendenza » che vieta l’accesso ai bambini al di sotto di una certa soglia di età e che risulta essere applicata da un numero crescente di ristoratori per aggirare il pericolo di eventuali schiamazzi nei propri locali, ma non prevista da alcuna disposizione legislativa che risulterebbe peraltro a giudizio dell’interrogante incostituzionale in quanto il divieto di accesso per ragioni anagrafiche è da considerarsi elemento discriminatorio e in contrasto anche con la Dichiarazione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre del 1989, entrata in vigore il 2 settembre 1990 e ratificata dalla Repubblica Italiana il 27 maggio 1991 con la legge n. 176”.

“Il deputato di FdI Alfredo Antoniozzi – evidenzia il Garante Marziale – in seguito alla mia presa di posizione, ha rivolto un’interrogazione al ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Maria Roccella, per conoscere se lo Stato sia a conoscenza di questa tendenza che vieta l’accesso a bambini al di sotto di una certa soglia d’età e che risulta essere applicata da un numero crescente di ristoratori per aggirare il pericolo di eventuali schiamazzi nei propri locali, ma non prevista da alcuna disposizione legislativa, che risulterebbe peraltro, a giudizio dell’interrogante, incostituzionale in quanto il divieto di accesso per ragioni anagrafiche è da considerarsi discriminatorio e in contrasto anche con la Dichiarazione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e ratificata dalla Repubblica Italiana”. “All’indomani della segnalazione – continua il Garante – mi sono premurato di assumere informazioni sulla politica childfree perseguita nei locali dislocati sul territorio nazionale così apprendendo di tante strutture autodeterminate nel perseguire qualcosa addirittura di sanzionabile con ammende da 500 a 3mila, a conferma che le leggi vigenti vietano che si possa discriminare per età un soggetto”.

“Una delle scuse accampate dai promotori del no-kids risiede nella mutuazione da paesi come gli Stati Uniti d’America ed altri paesi dell’Unione Europea, ma dovremmo stare attenti ad importare civiltà, non a distruggerla –ha aggiunto Marziale – perché apporre divieti ai bambini significa vanificare secoli di lotta per la piena affermazione dei loro diritti, significa annientare il significato profondo della famiglia. E per questo mi batterò alacremente, ringraziando intanto l’on. Alfredo Antoniozzi per la sensibile assunzione di responsabilità a tutela dei minori e nelle prossime ore chiederò ufficialmente alla Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Garlatti, di voler inserire la trattazione del fenomeno tra i punti all’ordine del giorno della prossima Conferenza nazionale dei Garanti”.

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