HomeAperturaIL VOLTO "ORCO" DELLA GUERRA: 210 MILA BAMBINI UCRAINI DEPORTATI

IL VOLTO “ORCO” DELLA GUERRA: 210 MILA BAMBINI UCRAINI DEPORTATI

Non c’è solo il dramma dei tanti civili che hanno perso la vita e quello dei soldati caduti in battaglia, nella storia della guerra in Ucraina, ormai giunta al suo 79esimo giorno. L’attenzione è rivolta anche al mistero sulla sorta di parecchi bambini.

La commissaria ai Diritti umani del parlamento ucraino, Lyudmyla Denisova, ha affermato che più di 210mila bambini ucraini sono stati deportati contro la loro volontà dai russi. Facevano parte degli 1,2 milioni di ucraini che Kiev afferma siano stati portati via dal loro paese con la forza. Parlando alla tv nazionale, Denisova ha affermato che “quando i nostri figli vengono deportati, si distrugge l’identità nazionale e si priva il nostro Paese del futuro”. Denisova non ha fornito prove a sostegno di queste cifre. Il Guardian, che riferisce della notizia, aggiunge che non è stato possibile verificarle in modo indipendente.

Che fine hanno fatto questi bambini? Sono stati deportati in Russia e per farne cosa? Quale destino li attende? Domande che esigono una risposta che ad oggi nessuno sa dare in una guerra che mostra un volto sempre più spietato.

Del tutto condivisibile appare l’appello lanciato da Unicef.

“Ogni giorno che passa, sempre più bambini ucraini sono esposti agli orrori di questa guerra. Solo nell’ultimo mese, le Nazioni Unite hanno verificato che quasi 100 bambini sono stati uccisi, ma crediamo che le cifre reali siano molto più alte. Altri bambini sono stati feriti e hanno subito gravi violazioni dei loro diritti, altri milioni sono stati sfollati. Le scuole continuano a essere attaccate e utilizzate per scopi militari e le infrastrutture idriche e igienico-sanitarie vengono colpite. La guerra in Ucraina, come tutte le guerre, è una crisi della protezione e dei diritti dei bambini”.

“Oggi in Ucraina anche l’istruzione è sotto attacco. A febbraio, l’anno scolastico si è fermato per lo scoppio della guerra. La scorsa settimana, almeno 15 delle 89 scuole sostenute dall’Unicef nell’Ucraina orientale (una su sei) erano state danneggiate o distrutte dall’inizio della guerra. Centinaia di scuole in tutto il paese sono state colpite dall’artiglieria pesante, dagli attacchi aerei e da altre armi esplosive in aree popolate, mentre altre scuole sono state usate come centri di informazione, rifugi, hub di rifornimento o per scopi militari, con un impatto a lungo termine sulle possibilità dei bambini di tornare a studiare.

“Questi attacchi devono cessare. Tutte le parti devono rispettare l’obbligo legale e morale di proteggere i civili e le infrastrutture civili, di rispettare il diritto internazionale umanitario e i diritti umani e di assicurare il rispetto dei diritti dei bambini. La forza lavoro in Ucraina – insegnanti, presidi, assistenti sociali, psicologi e altri professionisti – è ugualmente colpita da questo conflitto. È più che mai importante sostenerli affinché possano rimanere e fornire il loro contributo”.

Nel frattempo la guerra prosegue e l’Europa invia altre armi in Ucraina. “L’Ue darà un ulteriore contributo di 500 milioni di euro all’Ucraina per finanziare l’acquisto di armi”, ha detto l’Alto commissario per la politica estera Ue, Josep Borrell, precisando che “in tutto l’Ue contribuirà con 2 miliardi di euro” e che il denaro servirà per comprare “tank, munizioni, blindati, artiglieria pesante, tutto quello che serve per combattere questa guerra”. La pace rimane, insomma, decisamente lontana. Molto lontana.

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