Domenica 20 aprile 2025 è tornato alla Casa del Padre don Enzo Biuso, storico direttore dei Salesiani di Taormina dal 2003 al 2015. Con la sua scomparsa si chiude la parabola terrena di un sacerdote valoroso, un uomo che ha amato i taorminesi e che per sempre verrà amato e ricordato da questa comunità. Tutti coloro che lo hanno conosciuto e hanno vissuto e condiviso momenti con lui porteranno nel cuore la generosità e l’umanità di don Enzo, una figura che si consegna di diritto alla storia della Città di Taormina.
Il testamento morale e spirituale a Taormina e ai taorminesi lo racchiude idealmente un’intervista rilasciata 14 anni fa al direttore di TN24, Emanuele Cammaroto. Era il centenario dei Salesiani a Taormina e le parole di allora sono più mai attuali. Rappresentano soprattutto un messaggio alle famiglie, un appello a fare la propria parte stando accanto ai figli. Accompagnare i giovani nella crescita e nel difficile percorso che li porta a diventare grandi. “Amare non è dare e dare, amare è ascoltarli e stare accanto a loro”, diceva don Enzo in quella intervista rivolgendosi a quei papà e quelle mamme che, oggi più che mai, hanno un ruolo di enorme responsabilità.
La storia dei Salesiani a Taormina parte da lontano, il 19 marzo 1911, data in cui venne inaugurato l’Oratorio, e quel viaggio incredibile, che ha visto protagoniste intere generazioni di taorminesi, si è concluso 104 anni più tardi, nell’autunno del 2015.
“Da 100 anni i Salesiani spendono la vita in questa cittadina – raccontava Biuso a Cammaroto nel 2011 -. Siamo grandi perché ci hanno fatto grandi i Salesiani che ci hanno preceduto e i taorminesi che ci hanno voluto bene. E di questo vogliamo rendere grazie al Signore e a tutti i taorminesi”.
Poi il pensiero sui giovani: “Taormina ha bisogno di confratelli Salesiani consacrati ai giovani. Anche qui i giovani stanno vivendo un momento di disagio e di evoluzione. Ci accorgiamo che spesso non riusciamo a rispondere alle loro esigenze e diventa difficile entrare nel loro cuore, vivono dinamiche diverse dalla nostra età e dal nostro modo di stare con loro. Il problema più grande è la famiglia. C’è uno scollamento tra genitori e figli. I genitori pensano che dare e dare significa amare i figli. Ma forse amarli significa piuttosto ascoltarli e stare accanto a loro. Vivere le loro emozioni e i momenti difficili. Ci vuole unità tra la famiglia e noi religiosi di Taormina”.
“Riscontriamo la difficoltà ad incontrare i giovani, gli adolescenti e i ragazzi tra i 18 e i 20 anni. Le forze sono quelle che sono ma ci mettiamo tanta gioia ed entusiasmo. Come Don Bosco vogliamo sempre sognare. E ai taorminesi ho voluto dire che il centenario non deve essere un ricordo storico-sentimentale ma un motivo di ripartenza per essere presenti in questa cittadina stupenda e meravigliosa e che ha degli abitanti molto sensibili ai valori”, concludeva don Enzo Biuso.
Come tutti sappiamo, 4 anni dopo quell’intervista è arrivata la chiusura dell’Oratorio, ed il 30 settembre 2015 siamo andati lì a salutare don Enzo nel giorno che tutti speravamo non sarebbe arrivato mai. La foto che vedete in questo articolo è stata scattata proprio negli istanti in cui finivano 104 anni di storia e, a suo modo, anche lì c’è stata una lezione di vita. Nonostante fosse un giorno triste per la comunità proprio don Enzo chiese, infatti, di fare quello scatto con un sorriso. “Perché Don Bosco ci impone di saper sorridere alla vita anche nei momenti più difficili”.
In realtà il carico di sofferenza che ne è scaturito, ha segnato gli ultimi anni di vita di don Biuso, costretto ad allontanarsi da quella Taormina che sentiva ormai come la sua casa e a vivere il tramonto della sua vita senza l’affetto e l’amore della sua comunità.
La chiusura dei Salesiani è stata uno schiaffo per tutti noi che bambini, allievi e poi anche adulti abbiamo trascorso quelle stagioni meravigliose della vita accanto ai Padri Salesiani. Era un’altra epoca e se ci pensiamo bene ci sembra di aver vissuto non un’altra epoca ma un’altra vita. Era molto più lenta e per vari aspetti anche più emozionante rispetto a quella attuale, che scorre frenetica e fatta di troppo consumismo, pervasa da una tecnologia che ci ha reso schiavi. Ed è un tempo che raramente ci vede assaporare le piccole cose, ci distrae non ci fa comprendere quanto sia importante condividere sentimenti, esperienze e gioie con gli altri.
Adesso don Enzo Biuso è stato chiamato da Dio e si è incamminato verso l’infinito, dove siederà accanto al Signore. Lo vogliamo immaginare di nuovo sereno e sorridente, e al suo fianco anche Don Bosco.
“La gioia è la più bella creatura uscita da Dio dopo l’amore “, aveva detto don Biuso nell’ultimo compleanno che ha festeggiato ad inizio aprile.
Ma l’ultimo messaggio meraviglioso del direttore Enzo Biuso alla gente è in una frase che rende straordinariamente il senso profondo di quel che ci ha detto e che ci lascia. Sono parole che mettono i brividi e non necessitano di alcun commento: “Può cadere la pioggia, possono soffiare i venti, possono straripare i fiumi, ma se la casa è stata fondata sui pilastri forti dei veri valori, la vostra casa e il vostro amore non crollerà mai”.
Ciao direttore, grazie di tutto, porta il tuo amore e una carezza ai nostri cari che si sono addormentati nella speranza della resurrezione e ci guardano da lassù.