TAORMINA – Aveva lasciato la scena politica nel 2018, a conclusione del suo mandato, adesso è pronto al ritorno, anzi è già tornato. L’ex sindaco Eligio Giardina è rientrato nell’agone politico taorminese, sta prendendo parte alle riunioni del tavolo di opposizione e allora si sono subito riaccese le voci di una ricandidatura. “Non mi candido, ho già fatto il sindaco ma voglio esserci insieme a voi e fare la mia parte”, ha detto Giardina agli alleati.
I cinque anni da sindaco hanno già appagato e gratificato Giardina, sino anche al gran finale del G7 2017 da “padrone di casa” che ha accolto i potenti della Terra e si è pure regalato lo sfizio del selfie ricordo con Trump e Macron.
Giardina potrebbe fare, insomma, stavolta il “pater familias” della coalizione che si contrapporrà al sindaco uscente (o a chi per lui).
E se invece la strategia fosse un’altra? Secondo qualcuno l’ex sindaco sarebbe anche pronto ad un eventuale “piano B” e ad attendere l’evoluzione del dibattito ad un tavolo dove sin qui non si mettono d’accordo e nessuno vuole riconoscere ad un altro la leadership e la pole position per la candidatura a sindaco. Un revival di quanto accadde già nel 2018, Giardina lo sa e aspetta sornione che le cose vadano come devono andare o perlomeno come potrebbero anche andare.
Giardina potrebbe aver scelto forse la via dell’attesa e che i suoi conviviali magari finiscano per logorarsi nella contesa per la sindacatura, per poi farsi trovare pronto se dovesse aprirsi uno spiraglio per mettere d’accordo in extremis gli altri sul suo nome. Si sa che la politica è spesso e volentieri una questione mattarelliana di attesa e maggior ragione in una stagione in cui i partiti non esistono e la politica – a tutti i livelli – ha raggiunto l’apoteosi del teatrino. Ma gli alleati la penseranno alla stessa maniera?
