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Il gioco delle tre carte sul missile: così ci prendono per il c**o

Martedì scorso, ad ora di cena, il mondo ha pensato e temuto per qualche momento di essere ad un passo dalla Terza Guerra Mondiale, stavolta sul serio e al di là delle idiozie giornalistiche che da mesi raccontano una guerra parallela a quella che si combatte in Ucraina.

Un missile è caduto in territorio della Polonia e ha causato anche dei morti. A quel punto le prima notizie diffuse dalle agenzia di stampa riferivano che si trattava di un missile russo. Praticamente una dichiarazione di guerra. Poco dopo, però, è arrivata una versione corretta e rivista che riferiva si fosse trattato dei resti di un missile abbattuto dagli ucraina. Insomma sarebbe stata la contraerea dell’Ucraina rispetto ad un missile lanciato dai militari della Russia e tecnicamente si sarebbe trattato di uno scontro “missile contro missile”.

Il mondo è andato a dormire con il timore di svegliarsi con una dichiarazione di conflitto tra la Nato e la Russia ma la notte della grande paura ha avuto poi il “dolce” epilogo con le parole del presidente americano Joe Biden che ha definito “improbabile” si sia trattato di un missile lanciato dalla Russia. Peccato che al contempo il presidente ucraino Volodimir Zelensky abbia dato la colpa alla Russia. “Le accuse di Zelensky a Russia? Le prove dicono altro”: così stavolta Biden ha preso le distanze da Kiev.

E qui c’è da chiarire cosa dicono due articoli del Patto Atlantico tra i Paesi che aderiscono alla Nato. L’articolo 4 afferma che gli Stati membri “si consulteranno ogni volta che, nella loro opinione, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di uno di essi viene minacciata”. È questo articolo che la Polonia potrebbe formalmente invocare, mentre il Segretario Generale della Nato Stoltenberg vedrà oggi gli ambasciatori di tutti i paesi membri in una riunione d’ermegenza. Invocare l’articolo 4 invia di per sé un forte segnale che la Nato è fortemente preoccupata per una determinata situazione.

L’articolo 5 del Patto Atlantico afferma testualmente: “Le parti (cioè i paesi membri, ndr.) concordano che un attacco armato contro uno o più di essi in Europa o in America del Nord sarà considerato un attacco contro tutti loro e di conseguenza concordano che, se un tale attacco avviene, ogni stato membro dell’Alleanza aiuterà la parte attaccata prendendo le azioni ritenute necessarie, individualmente e di concerto con gli altri stati membri, incluso l’uso della forza, per restaurare e mantenere la sicurezza nell’area del Nord Atlantico”. In concreto significa che, se un paese Nato viene attaccato, tutta la Nato reagisce collettivamente, entrando in guerra in difesa del paese attaccato.

Come sono andate davvero le cose? Probabilmente non lo sapremo mai, o forse lo abbiamo capito ampiamente. Perché è chiaro che se davvero è stata opera dei russi la Nato avrebbe dovuto dichiarare subito guerra a Mosca 10 minuti dopo e già in queste ore saremmo qui a raccontare la follia bestiale della Terza Guerra Mondiale, una barbarie considerabile come l’atto finale della civiltà umana.

E allora, anche considerando che la Casa Bianca per la prima volta smentisce Kiev, sono in molti a pensare che l’attuale versione dei fatti sia stata una ricostruzione di “comodo”, mirata a stemperare il clima e ad evitare guai maggiore. Una notizia che, in ogni caso, ha inteso allontanare l’ipotesi di un missile russo perché altrimenti si sarebbe scatenato immediatamente l’inferno nel pianeta. Tutti stanno giocando stupidamente con il fuoco, senza avere il coraggio e la forza di mettere fine al conflitto in Ucraina, ma poi chi ha ancora un grammo di cervello non può desiderare l’orrore di una guerra mondiale. Certamente un dubbio rimane: come mai quel missile è caduto in Polonia proprio nelle stesse ore in cui si riunivano i Capi di Stato del G20? Casualità o citofonata da Mosca?

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