HomeSiciliaGranata: "Grandi eventi al Teatro di Siracusa, evitiamo di copiare Taormina"

Granata: “Grandi eventi al Teatro di Siracusa, evitiamo di copiare Taormina”

“Per quanto riguarda la questione dei concerti e del Teatro Greco l’Amministrazione della Città di Siracusa, in collaborazione con la Regione Siciliana, ha organizzato una nuova stagione di grandi spettacoli al Teatro Greco di Siracusa per l’estate 2023. Alcuni di questi eventi si svolgeranno nell’ambito di un unico progetto nazionale che vedrà coinvolti tre importanti luoghi antichi di spettacolo: Teatro Greco di Siracusa, Terme di Caracalla e Arena di Verona. Non ho difficoltà a dire che questa programmazione ha rappresentato una occasione di confronto franco all’interno della Amministrazione e in particolare tra me e il sindaco Francesco Italia”. Lo afferma l’assessore alla Cultura del Comune di Siracusa, Fabio Granata, che così interviene sulle prospettive riguardanti l’utilizzo del Teatro Greco di Siracusa e fa chiarezza sugli intendimenti dell’Amministrazione di Siracusa sugli eventi da proporre nel sito archeologico.

“E’ un confronto franco e leale quello che ha caratterizzato questi 5 anni di Governo comune, nato da un “Patto per la Città” che fino alla fine abbiamo onorato – spiega Granata -. Chi scrive, oltre ad aver voluto e determinato da legislatore la nascita del sistema dei Parchi Archeologici in Sicilia, ha sostenuto con forza sia l’autonomia del nostro Parco che l’unicità meravigliosa dei nostri spettacoli classici, portandoli con proprio decreto del 2001 alla attuale annualità e contribuendo così, insieme ad altri interventi, a determinare la crescita graduale delle Rappresentazioni Classiche come la “più grande industria della Città” con un indotto economico gigantesco e che oscilla tra 35 e 40 milioni di euro. Premetto che sulla difesa della integrità del Patrimonio Culturale non accetto lezioni da nessuno, visto che prima con le demolizioni nella Valle dei Templi, poi con la legge sul Sistema dei Parchi archeologici e successivamente con l’apposizione di ben 38 vincoli ambientali, paesaggistici e archeologici credo di essermi guadagnato lo status di difensore coerente del Patrimonio materiale e immateriale siciliano anche a costo di 15 anni trascorsi sotto scorta e una discreta fama di eccessivo rigore sopratutto agli occhi di chi è portatore di interessi speculativi legati all’edilizia e al cemento”.

“Il tema del Teatro Greco di Siracusa è in fondo semplice se alcune verità vengono riaffermate: i concerti, che siano 3 o 33, non determinano rischi al patrimonio materiale del Teatro Greco, visto che si svolgono in condizioni di tutela identica a quella di due mesi di Rappresentazioni Classiche e quindi a ben 43 serate di spettacoli che quasi sempre registrano il tutto esaurito. I grandi concerti, cosi come gli anni precedenti hanno dimostrato, non trascinano orde di lanzichenecchi nella sacra cavea ma un pubblico attento e anagraficamente variegato, sostanzialmente identico a quello delle rappresentazioni classiche. Su quanto sia efficace e tecnicamente avanzata la copertura del Teatro realizzata dalle formidabili maestranze dell’Inda inutile soffermarsi ma va solo ricordato che i concerti usufruiscono della stessa identica struttura, quella che precedentemente ospita i circa 170 mila spettatori degli spettacoli classici. È bene anche ricordare che oramai le Tragedie e le Commedie sono caratterizzate da amplificazioni e effetti scenici speciali con un livello di decibel uguale o superiore ai grandi concerti”.

“Sgombriamo poi il campo – continua Granata – da un’altra suggestione, quella relativa a ipotetici spazi alternativi fuori dal Parco Archeologico. Gli artisti sono felici di venire a Siracusa proprio perché attratti dalla straordinaria importanza e unicità del nostro Parco Archeologico e non sarebbero certo disponibili per alcune delle location che alcuni fantasiosamente propongono. E spesso gli stessi che lamentano un uso eccessivo del Teatro, a iniziare dalla Regione e dal Parco Archeologico, non si sono poi dimostrati attenti e disponibili all’allestimento di spazi alternativi, come l’Anfiteatro Romano o l’Ara di Ierone, che rappresenterebbero una alternativa perfetta per la musica, lasciando al Teatro la unicità delle feste classiche. So bene, per rispondere a un’altra obiezione ricorrente, che la copertura lignea che protegge perfettamente il Teatro, allo stesso tempo occlude la vista dello stesso ai Viaggiatori e ai turisti per qualche mese, ma il Teatro nel 1913 è rinato proprio perché ridiventato luogo di spettacolo, assolvendo alle finalità per cui era stato scavato e scolpito nella roccia nel V secolo. Grazie alla intuizione di Mario Tommaso Gargallo e altri concittadini illustri, un luogo di pascolo e mulini riscopriva la sua storica e sublime funzione di luogo unico al mondo di spettacolo”.

“Quindi l’unico argomento plausibile di perplessità sulla organizzazione dei grandi concerti, può essere rappresentato solo dal vulnus al “patrimonio immateriale”, alla immagine del Teatro Greco di Siracusa come Tempio della Tragedia, alla sua percezione di Luogo dell’Anima legato alla Tradizione Classica che viene in parte scalfita dalla “profanazione” di altri generi artistici. Questo argomento, non peregrino, non deve essere accantonato ma deve invece spingere a pensare in prospettiva breve, la prossima stagione, a soluzioni diverse per i Concerti come l’allestimento dell’Anfiteatro Romano o altra area del Parco, potendo cosi “ graduare” nella tipologia e nella quantità i concerti o gli spettacoli extra rappresentazioni classiche previsti al Teatro, rendendoli “eccezioni” e ospitando tutto il resto nei nuovi spazi allestiti”.

“In questo modo si terrà conto della opinione della stragrande maggioranza dei cittadini e della volontà di rendere variegata l’offerta culturale, accontentando i giovani amanti della musica contemporanea, consapevoli della importanza di creare le condizioni per prolungare e arricchire la forza d’attrazione della stagione turistica siracusana ma allo stesso tempo di evitare che il nostro Teatro diventi copia di quello di Taormina (in senso certo non positivo)”.

“Creiamo allora subito le condizioni per progettare una struttura interna al Parco alternativa al Teatro Greco dove ospitare i concerti e altri spettacoli, sempre all’interno dell’affascinante “paesaggio culturale” del nostro Parco Archeologico. Non sarà difficile accogliere progetti sostenibili e pensati per luoghi meravigliosi interni al Parco Archeologico, Anfiteatro Romano e anche altre aree, dove realizzare grandi Arene temporanee perfette per i concerti e per altri generi artistici, senza alcun nocumento per il patrimonio. Su questi progetti sia il Parco Archeologico a prendere l’iniziativa, in una visione di piena valorizzazione”.

“Ecco allora un’altra urgente questione: dare finalmente piena ed effettiva autonomia al Parco, anche sulla sua linea culturale relativa agli eventi, attraverso la garanzia e la competenza del Comitato tecnico scientifico, mai insediato, e che prevede la presenza dell’associazionismo legato al mondo del turismo, dell’impresa, del mondo accademico e della cultura, oltrechè della Amministrazione cittadina. Un Comitato che insieme al Direttore del Parco potrà decidere e programmare gli eventi artistici e culturali che possano arricchire la Vitalità culturale del Parco stesso e della Città, cosi come in questi anni formidabili ha fatto l’Amministrazione di Francesco Italia. Insomma, molte battaglie da intraprendere ancora per la definitiva svolta nella organizzazione e nella vita del nostro meraviglioso Parco Archeologico e della nostra Città”.

“Concludo con un’ultima riflessione. I ricorrenti allarmi sui pericoli gravissimi che corre il Teatro e la sua integrità materiale, sono in alcuni casi lanciati dagli stessi, in alcuni casi autorevoli, proponenti progetti di restauro della Cavea. Su questo punto particolarmente delicato ho già chiesto la collaborazione del prof. Daniele Malfitana e della nostra prestigiosa e rinata Scuola di Archeologia della Città di Siracusa. Godiamoci, quindi, questa lunga stagione di grandi spettacoli ma contemporaneamente lavoriamo per il prossimo anno a delle alternative che consentano di “preservare” l’unicità del nostro splendido Teatro Greco come “luogo dell’Anima e del Teatro”, senza private i cittadini, i giovani, i viaggiatori della grande musica”.

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