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Giornata della Memoria, a Taormina posata una pietra d’inciampo per la famiglia Kurschner

la cerimonia a Taormina per la Giornata della Memoria (foto Alessandro Licciardello)

TAORMINA – Si è svolta oggi pomeriggio a Taormina, in occasione della Giornata della Memoria, una partecipata cerimonia per la posa della pietra d’inciampo in ricordo della famiglia Kurschner, una famiglia che decise di sfuggire alle leggi razziali e che pagò il prezzo della libertà con la stessa vita, ponendone fine nelle acque della baia di Mazzaro. Ad organizzare questa importante iniziativa la BPW Italy sezione di Taormina, in collaborazione con le Associazioni Lions Club, Rotary Club e Unitre di Taormina. “E’ stato un incontro carico di emozioni, di riflessioni per non dimenticare ma anche per sperare in un futuro migliore”, spiega la prof.ssa Lucia Lo Giudice presidente della Fidapa Taormina. Erano presenti numerose autorità politiche, militari, civili ed ecclesiastiche, ed i cittadini, che hanno voluto prendere parte a questo appuntamento, dedito ad evidenziare la necessità di comunicare alle giovani generazioni l’orrenda pagina di storia delle leggi razziali, che hanno provocato sofferenza, privazione dei diritti umani e soprattutto morte.

E partendo proprio dalla storia della famiglia, Kurschner, che attraversò l’Europa per sfuggire alle persecuzioni e poi decise di farla finita togliendosi la vita, i presenti a questa cerimonia hanno rimarcato quanto sia importante “Ricordare”.

Ricordare è un gesto di educazione civile, una sfida personale alle dittature del presente che ci fa tutti informati e non condannati ad un oblio repentino. L’iniziativa delle pietre d’inciampo consisteva nell’incorporare nel selciato stradale delle città blocchetti di pietra ricoperti d’ottone su cui sono incisi i nomi dei deportati nei campi di sterminio durante la seconda guerra mondiale o comunque perseguitati e vittime dell’orrore.

La Fidapa ha inteso idealmente collegarsi in questo modo all’iniziativa voluta dall’artista tedesco Gunter Denning che voleva depositare nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio, al fine di incidere in maniera tangibile sul territorio e di perpetuare, così nel tempo, la memoria affinché gli orrori delle persecuzioni naziste non cadano nel dimenticatoio e soprattutto si possa lasciare testimonianza alle giovani generazioni.

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