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Gaza, cosa prevede il piano post guerra di Netanyahu

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha presentato giovedì al suo gabinetto di sicurezza il piano post guerra per la Striscia di Gaza. Israele vuole il controllo sulla sicurezza e gli affari interni di Gaza tramite l’insediamento di funzionari locali non legati a organizzazioni terroristiche. Il piano prevede il controllo ferreo della Striscia da parte di Tel Aviv e ha perfino suscitato le critiche del suo più stretto alleato, gli Stati Uniti. Il Segretario di Stato degli Usa Antony Blinken ha dichiarato che Washington si oppone a quella che sarebbe di fatto una rioccupazione di Gaza. “Non si deve ridurre la dimensione del territorio”, ha aggiunto Blinken, che tuttavia deve ancora visionare il piano completo.

La chiusura dell’Agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi Unrwa è tra i punti principali del piano postbellico di Netanyahu, che secondo il primo ministro servirà da base per i colloqui futuri. Questo a causa del presunto coinvolgimento di dodici membri dello staff che avrebbero collaborato con Hamas negli attacchi del 7 ottobre 2023. I dodici sono stati immediatamente licenziati e rappresentano una percentuale minima rispetto ai circa 30mila impiegati dell’agenzia Onu. Ma la notizia ha comunque gettato un’ombra sull’organizzazione e numerosi Paesi hanno decido di sospendere i finanziamenti.

Israele vorrebbe sostituire l’Unrwa con altre agenzie umanitarie descritte come “più responsabili”. Inoltre, Tel Aviv prevede la creazione di una zona cuscinetto dal lato palestinese del confine della Striscia. La guerra di Israele continuerà fino al raggiungimento degli obiettivi, che includono principalmente la distruzione completa di Hamas e il ritorno degli ostaggi sequestrati il 7 ottobre.

Si prevede che nel breve e medio termine, ma senza limiti di tempo specificati, l’esercito mantenga la libertà di operare nella Striscia per impedire ad altre organizzazioni terroristiche di costituirsi. Tel Aviv vorrebbe anche chiudere il varco di frontiera di Rafah, al confine sud con l’Egitto per prevenire il terrorismo. Per le stesse motivazioni Israele vorrebbe mantenere il controllo di sicurezza su tutta l’area a ovest della Giordania, da terra, aria e mare.

Fonte: Euronews Italia

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