HomeSiciliaGaggi, 15enne morto folgorato da un faretto: assolti i dirigenti della società

Gaggi, 15enne morto folgorato da un faretto: assolti i dirigenti della società

Il giudice monocratico del Tribunale di Messina, Alessandra De Fresco, ha “assolto per non aver commesso il fatto” gli imputati per i fatti riguardanti la tragica morte del 15enne di Gaggi, Salvatore D’Agostino, avvenuta nel 2016.

La vicenda, ancora adesso ricordata con dolore dalla comunità gaggese, riguarda quanto avvenuto la sera del 2 agosto 2016, nella cittadina alcantarina, nella piazza della Chiesa Madre, a Cavallaro. In quella maledetta sera Salvatore stava giocando a pallone, come tutti i ragazzi della sua età, quando all’improvviso quel pallone è finito oltre una ringhiera. Il ragazzo andò a recuperarlo ma in quel frangente, purtroppo, ha urtato contro un faretto dal quale si è generata una scarica elettrica, che lo ha folgorato e che si è rivelata fatale per il destino del 15enne. Salvatore ha lottato per la vita ma non ce l’ha fatta ed è morto poi dopo 18 giorni in cui era in coma.

La famiglia del ragazzo si era rivolta ad un legale, l’avv. Pagano e allo Studio 3A-Valore Spa, società specializzata nel risarcimento danni e tutela dei diritti dei cittadini.

La Procura aveva chiesto nove mesi di reclusione per le persone che erano state iscritte nel registro degli indagati. L’attenzione si era rivolto verso la società incaricata della gestione della pubblica illuminazione e manutenzione ordinaria e straordinaria a Gaggi. Ma il giudice monocratico Alessandra Di Fresco si è pronunciato adesso assolvendo “per non aver commesso il fatto” i manager della società Gemmo S.p.a. – affidataria del “servizio luce e dei servizi connessi” -, la presidente Susanna Gemmo e l’ing. Francesco Trimarchi. Entrambi erano accusato di omicidio colposo in concorso.

Il legale incaricato dai genitori di Salvatore D’Agostino, attraverso la presentazione di un esposto in Procura, aveva chiesto che venisse individuato il proprietario dell’area interessata dai tragici fatti, il titolare dell’utenza da cui si alimentava il faretto ed il fornitore dell’energia, inoltre chi aveva collocato lo stesso collegando i cavi e mettendolo in esercizio, a chi competesse la manutenzione; che si accertasse infine se l’installazione fosse a norma viste la mancanza di griglie di protezione e cartelli di pericolo e la presenza di nastro adesivo ormai consunto che attestava un datato e maldestro intervento sui cavi; e che si documentasse lo stato dei luoghi e l’accessibilità a tutti. Ora, come detto, è arrivata l’assoluzione dei manager della società.

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