HomeTurismo & LifestyleFederalberghi: "Espansione affitti brevi senza regole e controlli"

Federalberghi: “Espansione affitti brevi senza regole e controlli”

“Gli alloggi affittati per brevi periodi rappresentano circa un quarto del totale delle strutture ricettive turistiche nell’Unione europea. In Italia, gli annunci pubblicati sulla principale piattaforma sono oltre quattrocentomila. Si tratta di un fenomeno che negli ultimi anni, a differenza di altri paesi europei, è stato caratterizzato da un’espansione senza regole e senza controlli, generando criticità quali l’esposizione dei consumatori a rischi per la sicurezza, il lavoro sommerso, l’evasione fiscale e la trasformazione del tessuto economico e sociale delle città. E questo crea danni, danni tanto per le imprese tradizionali quanto per quelle che gestiscono le nuove forme di accoglienza in maniera corretta e rispettando le regole. Non vogliamo steccati tra alberghi e chi gestisce altro tipo di ricettività
ma solo tra chi rispetta le leggi e chi invece se ne dimentica”. Lo ha dichiarato il direttore generale di Federalberghi Alessandro Nucara all’audizione alla Commissione Politiche dell’Unione Europea del Senato.

Secondo una stima fornita dal ministero del turismo il fatturato di queste “abitazioni private” a febbraio è stato di 500 milioni di euro, dice ancora Nucara. “Considerato che febbraio è bassissima stagione (normalmente vale il 4% dell’anno) significa che se sono corretti i dati del ministero il mercato di queste case vale 11 miliardi di euro in Italia. Al contempo secondo i dati forniti dal ministero delle Finanze, nel 2022 il gettito della cedolare secca sugli affitti brevi riscosso dagli intermediari e versato tramite modello F24 è stato pari a circa 80 milioni di euro, che corrispondono a un imponibile annuo di 380 milioni di euro. Sempre in base ai dati del ministero, si può stimare che 70 milioni di euro possano essere riferiti a circa 14.000 soggetti, tra comodatari e affittuari. Quindi: su 11 miliardi incassati, non più di 450 milioni hanno percorso la via maestra indicata dalla legge. Quindi c’è una distanza siderale, un buco nero tra le due cifre del fatturato stimato e quello rilevato”. E stigmatizza: “Per questo accogliamo con favore la proposta di regolamento finalizzata a mettere a fuoco la portata del fenomeno ma solo quale primo passo per la definizione di un quadro normativo adeguato ai tempi. Riteniamo che la proposta possa e debba essere migliorata, con l’obiettivo di tutelare l’intero ecosistema turistico dell’Unione europea”.

Le preoccupazioni sul proliferare della concorrenza sleale, per Federalberghi, danneggiano tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza. “In Italia, purtroppo, a differenza di quanto accade in altri Paesi, non sono state adottate misure che consentano di porre un argine al dilagare dell’abusivismo che spesso si nasconde sotto le mentite spoglie delle locazioni brevi” aggiunge.

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