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Estate in musica a Taormina dal troppo al nulla. E Catania gode…

TAORMINA – Alle porte della stagione estiva esplode il caso degli spettacoli che salutano Taormina e se ne vanno altrove, a Catania, a Siracusa e Messina e non passa inosservata la posizione del Comune di Taormina che fa sapere con “nonchalance“: “Non sarà una perdita importante, le prenotazione turistiche sono già oltre il 90%”. Per la serie: ma chi se ne frega, tanto Taormina è già piena lo stesso. Il che, concettualmente, non è sbagliato ed è vero. Il punto, tuttavia, è un altro. Ancora una volta a Taormina si gestiscono le cose passando da un eccesso all’altro. Sino a questo momento, da tanti anni a questa parte, è andato in scena il monopolio dei privati che hanno fatto il bello e cattivo tempo al Teatro Antico, hanno gestito tante date e proposto numerosi spettacoli, i cosiddetti “grandi eventi”, i vari concerti da 4-5 mila persone a sera che da sempre dividono la città tra chi li vuole e chi non li gradisce.

Per tanto tempo abbiamo soprattutto visto la politica locale dare il meglio di sé (si fa per dire) calandosi pure le braghe sulla gestione degli spettacoli, in cambio dei biglietti omaggio da esibire agli occhi dei taorminesi con fierezza orgasmica e da smerciare davanti al botteghino del Palazzo dei Congressi. Ve lo ricordate? Arrivava l’amministratore di turno tra le 20 e le 21, si prendeva la busta e poi distribuiva biglietti come fossero caramelle. Senza girarci attorno, la colonna sonora, insomma, era: prenditi il biglietto a scrocco, goditi la serata e poi ricordati di me quando si voterà.

Adesso, in questa stagione politica è subentrata la novità della gestione De Luca, che ha fatto sapere di non volere più biglietti omaggio, per sé e per i propri accoliti, e ha soprattutto fatto sapere che Taormina deve avere un riconoscimento economico per il proprio bilancio a fronte dei servizi che eroga da anni in occasione dei vari spettacoli, nei quali si è accollata le spese (viabilità, sicurezza, rifiuti) senza ricavarne un euro. La battaglia l’ha fatta e l’ha pure vinta a Palermo con la norma approvata dall’Assemblea Regionale. Questo va detto ed è un fatto da sottolineare. I parchi siciliani hanno così previsto la stipula di una convenzione con i sindaci dei comuni nel cui territorio ricadono i relativi luoghi culturali che riconosce il 15% dei proventi derivanti dalla vendita dei biglietti d’ingresso.

Nel frattempo, come si ricorderà, è andata in scena già da diversi mesi a questa parte la lite feroce tra il sindaco di Taormina e i vari impresari privati, che a questo punto si troverebbero a dover pagare un canone insostenibile e hanno rotto gli indugi decidendo di spostare i loro eventi altrove. Buonanotte ai suonatori, tanto i management incasseranno comunque pure a Catania. E alla fine della fiera Taormina, che era l’epicentro dell’estate siciliana in musica, rischia di passare dalle serate di luglio e agosto del bordello totale con una lunga sequenza di concerti che riempivano la sera il Teatro e portavano 4 mila persone in città ad una nuova stagione in cui tutto quel flusso si sposterà altrove. L’ombelico canoro della Sicilia sarà Catania in particolare con una nuova arena ad hoc, ma anche Siracusa e addirittura pure Messina. Dall’esagerazione del caos totale a quella del nulla cosmico, in modalità taorminese.

C’è da brindare e fare i trenini esultanti perché non si vedranno più le lunghe e terrificanti code serali in Via Garipoli, allo stesso tempo tra gli operatori economici però c’è chi si lamenta e va all’attacco per la perdita di una parte comunque significativa di indotto.

Si è avviata una battaglia e si è portato un primo risultato, importante, che era quello di portare un introito per le casse del Comune sul Teatro Antico. Da li si doveva partire, invece ci si è fermati e non si è costruito e ripensato il dopo. Come quando si sgancia una bomba e si va contro il bersaglio, l’effetto in quel momento è deflagrante e liberatorio, tuttavia rimangono le macerie e su quelle si deve ricostruire. In questo caso a Taormina è mancata l’idea, la progettualità e la visione di come riorganizzare un segmento a suo modo rilevante dell’estate in città.

Taormina è bella di suo, sarà sempre piena a prescindere d’estate ma poi consegnarla alle solite mani del “pilota automatico” è alquanto un gioco di comodo. Quaranta concerti nel bel mezzo di un’estate da svenire, sono una rottura di maroni indiscutibile e forse insostenibile per una città che è già sotto pressione ma è troppo facile risolvere il problema azzerando l’intera programmazione. Via tutti e si va felici e contenti. Natura pensaci tu. Bella soluzione.

Gli Dei hanno sempre baciato Taormina e menomale che da sempre è così, ma i comuni mortali sono stati chiamati a fare la loro parte. Non a pettinare le bambole al palazzo e filosofeggiare ma a cercare la quadra tra le esigenze del territorio.

La verità è che a Taormina ci si è lamentati a lungo per l’invasione dei concerti e ora c’è da scommetterci che ci si lamenterà per la fuga dei concerti altrove. Ed in parte non si può affatto dare torto a chi contesterà il nuovo scenario.

Probabilmente bisognava spogliarsi di ogni presunzione, ricercare con autorevolezza ma anche con buon senso, il punto di caduta, trovare il coraggio di fare tutti un passo di lato e venirsi incontro, metterci la lungimiranza di convocare i vari impresari e sedersi attorno ad un tavolo, anziché fare le solite guerre, le prove muscolari mediatiche e le competizioni verbali a chi ce l’ha più lungo. Si doveva premettere loro, in quel contesto e non sui social, che non si può più pensare di prendersi il Teatro per tre mesi in quel modo (e qui chiaramente la responsabilità è stata sin qui anche e soprattutto della Regione), ma al contempo andava garantita l’offerta al territorio, con una calendarizzazione più equilibrata, ridotta ma comunque significativa di questi eventi sempre a Taormina. Come dire: anziché fare 40 concerti, se ne organizzano 15-20, di sicuro livello e ancora qui, al Teatro Antico. Una prospettiva che, più o meno, avrebbero messo tutti d’accordo e avrebbe accontentato le varie parti.

Invece la capacità di mediare, fare sintesi e programmare le cose da queste parti latita, praticamente non c’è. Si fa un salto triplo all’indietro, dal troppo al nulla, dal tutto al niente, e l’estate al Teatro Antico finisce a ramengo. Libertà, liberi tutti, mettetevi in macchina e si va al Giardino Bellini, destinazione Piazzale delle Carrozze. Altrimenti restate qui e godetevi il karaoke al Parco Trevelyan. Meno Europa, più Italia. Meno Taormina, più Catania. Evviva Sant’Agata.

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