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Drupi, i Pooh e Loredana: il dilemma del ritorno di Cateno a Taormina

TAORMINA – Si avvicina il momento del ritorno al Comune di Taormina di Cateno De Luca. Il rientro al palazzo municipale dovrebbe materializzarsi, con molta probabilità, in settimana entrante, forse lunedì mattina. Al crepuscolo dei 15 giorni di riposo che si è concesso dopo le Europee, il leader di Sud chiama Nord riprende il suo posto al Palazzo dei Giurati e adesso il filo conduttore sarà anche e soprattutto uno: quanta voglia avrà davvero De Luca di rituffarsi nelle vicende di Taormina? Con quali motivazioni tornerà a dedicarsi alle questioni di Taormina? I dodici mesi della parabola deluchiana a Taormina sono diventati un mondo alla rovescia, una storia che si e’ ribaltata, dove l’innamoramento a piene mani della comunità per il suo “liberatore” ha lasciato spazio al senso dilagante di delusione popolare per un sindaco che troppo presto si è distaccato dalla sua comunità. Un sindaco che già al tramonto dell’estate del 2023, pochi mesi dopo la sua trionfale elezione, ha scelto di concentrarsi in altre sfide. Facendo per sua stessa ammissione l’errore di inseguire lo sdoganamento nazionale, perlomeno lo sbaglio di catapultarsi nell’agone più grande quando le condizioni non erano ancora mature. E così è passato dal consenso plebiscitario delle Comunali al drastico ridimensionamento dei numeri alle Europee e anche nel dato regionale si e’ verificata una preoccupante contrazione di voti solo in parte mitigata dall’astensionismo.

Nell’estate in cui i concerti hanno preso altre strade (Catania ringrazia), paradossalmente il momento di De Luca a Taormina è un vortice in musica all’insegna del tutto e contrario di tutto. Drupi cantava “…Se Dio ti dà un amore grande così. Non lo devi sciupar un amore grande così. Solo una volta, lo sai…“. Un pò come quel sentimento folgorante che aveva trascinato una larghissima parte dei taorminesi a dare fiducia incondizionata al parlamentare di Fiumedinisi per provare a lasciarsi alle spalle una lunga stagione di delusioni. Sinora di quel mood è rimasto decisamente poco, è un’onda che si è infranta in fretta contro gli scogli di un’altra realtà, mentre i taorminesi hanno la netta convinzione di un altro capitolo politico che non ha portato a una svolta e che non è nemmeno lontano dal suo atto finale. De Luca ora torna ma il suo obiettivo prioritario è la presidenza della Regione, lo è sempre stato e lo è ancora di più dopo le Europee. Nemmeno il tempo di archiviare il voto del’8 e 9 giugno e già si parla di future primarie e resa dei conti con la sinistra, prologo ad un’altra battaglia per la sfida totale al centrodestra siciliano. Questioni che potrebbero ben presto ricatapultare De Luca nuovamente verso altri scenari e nelle dinamiche di un’altra trama politica. La sensazione, insomma, chiara e netta, è che De Luca sta per tornare ma sarà una parentesi, forse di un anno o poco più, prima della contesa finale a Palermo. “Nell’estate del 2026 saremo in campagna elettorale per le Regionali”, ha già fatto sapere De Luca, la road map è tracciata ed è la linea di confine tra Taormina e Palermo.

In fondo, De Luca non lo ha mai nascosto e lo ha detto ai quattro venti che “la madre di tutte le battaglie” è l’assalto alla poltrona più alta della Regione Siciliana (semmai i fuori programma da evitare erano Monza e Bruxelles). E come cantavano i Pooh: “Mi dispiace di svegliarti, ad un tratto so che devo lasciarti”. I Pooh aggiunsero pure che “Fra un minuto me ne andrò”. Chissà quel minuto deluchiano in terra taorminese quando arriverà.

O magari, chissà, c’è un altro scenario possibile, con De Luca che potrebbe anche rientrare a Taormina con la volontà di avvolgere il nastro e smentire le critiche, per dare una risposta ai malumori della comunità, provando la via del riscatto. Sulle qualità e capacità amministrative non c’è alcun dubbio, e lo ha dimostrato in altri contesti, ma le motivazioni fanno sempre la differenza e forse le sue, nel contesto Taormina, sono venute meno. L’inadeguatezza di quelli che avrebbero dovuto aiutarlo e consigliarlo ma lo hanno incoraggiato a sbagliare e a restare lontano da Taormina, ha fatto il resto.

De Luca, da politico intelligente e perspicace che le situazioni le sa leggere, non può non essere consapevole che sin qui il suo mandato a Taormina non è stato all’altezza delle aspettative della comunità. Magari, e ci sta, non lo ammetterà mai, ma lo sa.

Per dirla alla Lorenda Berté: “Io resto senza vento, mi parlo addosso e mi invento un’autostrada per me. Resto in piedi a dire, “Ti sento”…”. Nel caso di De Luca c’è da invertire la rotta per risalire la china e lasciare un segno positivo da queste parti, con il vento in poppa che ieri soffiava forte dalla sua parte e oggi non c’è più. Il termometro di tutto è l’umore dei taorminesi, che avevano votato in 4 mila l’attuale sindaco ma già un anno dopo hanno tirato il freno e ingranato la retromarcia, non confermando quei consensi, crollati dal 65% al 37%. I taorminesi non hanno votato per altri e non c’è stato un travaso o un ripensamento su quelli che nel 2023 sono stati bocciati, come erroneamente ha capito (o si è gasata e illusa) l’opposizione locale: semplicemente gli elettori hanno fatto mancare il loro sostegno al sindaco e – repetita iuvant – si sono rotti di tutta la politica locale. I cittadini hanno voluto dare un segnale a chi governa perché si aspettavano una maggiore presenza del sindaco e una vicinanza alla comunità (tutta, centro e frazioni) che non c’è stata. Le chiavi del paese sono state consegnate a De Luca ma la città per larghi tratti l’hanno gestita altri.

E allora una cosa è certa: adesso è il momento della verità. I prossimi mesi sono destinati inevitabilmente a tradursi in uno spartiacque, una sentenza, definitiva o quasi, sull’Amministrazione, sulla sindacatura di De Luca ma soprattutto la cartina di tornasole delle sue prospettive e delle legittime ambizioni di coronare i sogni della prima ora, l’humus di una carriera politica oltre la Perla dello Ionio. Taormina probabilmente ormai gli sta stretta ma fare bene qui diventa una condicio sine qua non: è l’unica strada che rimane da percorrere a Scateno per rimettersi in carreggiata in vista dei futuri appuntamenti politici. Drupi, i Pooh o Loredana? Al sindaco la scelta.

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