Riduzioni delle emissioni del 120% rispetto al diesel, fino ad arrivare a un bilancio negativo. E’ quanto promettono nuove tecniche nella produzione del biometano. Prospettive e limiti di questo “carburante avanzato”, tra innovazioni e freni della politica
Ridurre le emissioni di CO2, viaggiando in auto o in camion. E’ quanto promette il biometano, in base a uno studio realizzato dall’Istituto sull’Inquinamento atmosferico del CNR. “Lo studio – spiega Lorenzo Maggioni, Responsabile ricerca e sviluppo del Consorzio Italiano Biogas – dimostra come, utilizzando appunto questo particolare biocarburante prodotto a partire da scarti o meglio sottoprodotti dell’agricoltura è possibile ridurre le emissioni di CO2 equivalenti rispetto al diesel partendo da un minimo dell’87% addirittura arrivando al 120%”.
Perché possa ottenersi un tale bilancio complessivo – che è calcolato rispetto alle emissioni del diesel – devono verificarsi due condizioni: l’utilizzo di almeno il 60% di scarti agro-alimentari nella produzione di biometano e il recupero dell’anidride carbonica liberata durante il processo dal trattamento di letame e altre deiezioni animali, che altrimenti la rilascerebbero nell’atmosfera. “Permettendo di evitare l’emissione di gas serra durante lo spandimento del letame, – dice Valerio Paolini, ricercatore dell’Istituto sull’inquinamento Atmosferico del Consiglio Nazionale delle Ricerche-, l’utilizzo del biometano permette un ulteriore guadagno di CO2, e questo comporta globalmente un emissione di tipo negativo rispetto allo scenario di riferimento, con alimentazione a gasolio”.
Fonte: Euronews