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De Luca torna a Taormina ma pensa a Messina: la rotta è tracciata

Cateno De Luca riparte dall’assemblea di Fiumedinisi ma è anche e soprattutto la conferenza stampa del giorno dopo a Messina ad aver delineato la strategia e le prossime mosse post-Europee del sindaco di Taormina. De Luca guarda già alla lunga corsa le future elezioni Regionali e vuole mettersi nelle condizioni di tornare a competere per la presidenza della Regione Siciliana. Al tramonto di giugno il parlamentare di Fiumedinisi è pure rientrato a Taormina, per le prove generali dell’arringa domenicale sulla relazione del primo anno di governo ma De Luca guarda già oltre.

Volli, e volli sempre, e fortissimamente volli” diceva Alfieri, Scateno ha poi aggiunto in calce la parola “Palermo”. Tutto il resto è contorno, ora c’è da rielaborare la marcia di avvicinamento al terzo assalto al Palazzo d’Orleans dopo quelli del 2012 e del 2022. La situazione non è delle migliori. La sinistra si è ringalluzzita e sta prendendo altre strade, la destra rimane sine die il nemico giurato e allora si staglia all’orizzonte la prospettiva di un’altra corsa in solitario, a meno di improbabili primarie con il Pd e 5 Stelle. Così De Luca non ha intenzione di limitare il suo raggio di azione alla sua bella ma piccola dimora politica attuale di Taormina. Palazzo dei Giurati è stata un’altra tappa di successo che nel giugno di un anno fa gli è valsa il record delle fasce tricolori ma ora gli sta stretta ed è una inconfessabile valutazione che il sindaco non ammetterà mai e che, tuttavia, ha già maturato da un pezzo.

La Perla dello Ionio sul piano dell’immagine nel mondo è la Sicilia, rappresenta l’isola meglio di ogni altra località, al netto di tutte i suoi limiti e le sue irrisolte criticità. Ma la politica poi è tutta un’altra cosa. Ed eccolo l’indizio del percorso da cui vuole ripartire De Luca nella manovra di avvicinamento alle Regionali, ad oggi previste fra 3 lontani (ma forse non lontanissimi) anni. Ora ritorna a Taormina ma nei suoi pensieri c’è Messina. Lo avevamo anticipato in tempi non sospetti ed eccola la tentazione di De Luca che prende forma. Vuole riprendersi la scena nella città dove è già stato sindaco dal giugno del 2018 al febbraio 2022, quando si dimise per correre alle Regionali. La Città dello Stretto, pur tra le sue mille contraddizioni e un carico di limiti tatuati sulle pelle del territorio, è l’humus che ha catapultato in termini di visibilità politica De Luca verso la grande ribalta, catapultandolo verso la fase politica di massimo consenso il suo movimento. E ancora adesso è roccaforte del mondo deluchiano.

“Messina è sotto assedio! C’è chi tenta di strumentalizzare il dato politico emerso dalle elezioni europee e c’è chi prova a colpirmi usando Messina. Non posso e non voglio permettere che questo accada. Perché Messina mi ha consentito di fare il salto di qualità e la città al contempo ha fatto il salto di qualità con la mia azione amministrativa
Oggi quindi non soltanto chiariamo ai tanti improvvisati politologi che il dato raffrontato con le politiche del 2022 segna per noi una crescita significativa, ma dico anche che sono tornato. Sento la responsabilità di mettermi al servizio del sindaco Basile. Se la mia presenza può mettere in condizione il sindaco di fare qualcosa meglio e più in fretta, tanto meglio. L’altro punto sul quale oggi abbiamo voluto porre l’attenzione è il controllo di gestione e della performance degli assessori e delle partecipate. Perché chi amministra deve dare risposte non solo nel fare le cose ma farle in tempi rapidi e con qualità.
Con il sindaco Basile abbiamo deciso quindi di fare una ricognizione definitiva, assessore per assessore e partecipata per partecipata, i cui ruoli apicali scadono tra dieci mesi.
Si costruirà una metodologia per capire se l’indirizzo politico-strategico dell’amministrazione comunale è stato portato avanti nei tempi e nei modi corretti. Se qualcuno pensa di colpire Messina per colpire De Luca ha sbagliato. Non lo consentiremo
“.

Parole e musica di Cateno De Luca in data 28 giugno 2024. Il segnale è chiaro. Insomma De Luca non ha intenzione di logorarsi con qualche comparsata e un paio di blitz al palazzo municipale di Taormina per 2 o 3 anni, senza neppure l’adrenalina di alcuna campagna elettorale. La prossima sfida adesso per De Luca non può limitarsi al perimetro delle schermaglie di paese con le opposizioni locali che ha definito “morti resuscitati alle Europee”. Vuole di più, vuole altro. Messina è l’arena politica in cui rituffarsi.

De Luca deve scrollarsi di dosso i “fantasmi” delle Europee e dovrà affrontare i problemi di un movimento che vive in maniera totale del suo tuttocampismo. Per arrivare alle Regionali da protagonista De Luca ha bisogno di una ribalta politica di primo piano ed è convinto che questa visibilità possa dargliela nuovamente Messina. Resta da capire quando e soprattutto come si arriverà a questo nuovo connubio. C’è chi sostiene addirittura che De Luca sia già entrato nell’ordine di idee di dimettersi in largo anticipo a Taormina per ricandidarsi a Messina. O magari anche no. Forse l’indizio su quale potrebbe essere il vero piano all’orizzonte l’ha tracciato proprio De Luca sabato mattina: “…Sento la responsabilità di mettermi al servizio del sindaco Basile. Se la mia presenza può mettere in condizione il sindaco di fare qualcosa meglio e più in fretta, tanto meglio….”. De Luca se potesse dimettersi a Taormina, in cuor suo, lo farebbe non domani ma ieri per lanciarsi subito in una sfida all’ok corral, uno contro tutti, a Messina. Lo scenario da tsunami però non è semplice, anche perché a Taormina intanto c’è da riscattare un anno che ha visto il sindaco poco presente, con la gente che si è incazzata e non lo ha rivotato alle Europee per questo in primis, a prescindere dalle 30 mila cartelle inviate ai contribuenti. De Luca punterà a lasciare un segno positivo a Taormina, per una questione politica ma anche di orgoglio, provando a tornare protagonista già in questa fase ormai prossima del dopo-dissesto. Allo stesso tempo, su Messina è complicato immaginare uno scossone clamoroso con il quale mandare tutti a casa, riportare la città al voto, ricandidarsi e in caso di eventuale rielezione lasciare poi tutto dopo un anno o due perché si rivoterà a Palermo. Una forzatura, un enorme rischio, un potenziale boomerang. E’ un gioco complesso ad incastri, con poche certezze e troppi rischi. Una di quelle situazioni da missione impossibile che a De Luca di per sé piacciono e che, tuttavia, fa immaginare invece da qui a breve una mossa assai più calibrata e semplice.

De Luca vuole “mettersi al servizio” di Basile e parla di una sua “presenza” per “mettere in condizione il sindaco (di Messina) di fare qualcosa meglio e più in fretta”. Decodificando il tutto in politichese potrebbe significare che il sindaco di Messina, Basile, già esperto del sindaco De Luca, nel suo primo anno di Amministrazione a Taormina, potrebbe anche decidere – di concerto evidentemente con il leader di Sud chiama Nord – di ricambiare la cortesia e conferire al sindaco di Taormina un incarico (a titolo gratuito) nell’Amministrazione comunale a Messina. Si sa che De Luca non passa mai inosservato, una sua presenza a Messina creerebbe scompiglio ed è proprio quello che il parlamentare vuole. E’ una questione di strategie e di opportunità legate al momento, non c’è una sfiducia, comunque, verso Basile che continua a godere di forte stima da parte del leader e che – va detto – dei vari colonnelli deluchiani rimane anzi l’unico a conoscere realmente la macchina amministrativa e può ambire ad un ruolo da protagonista nei futuri piani di Sud chiama Nord.

“Messina è sotto assedio”. L’urlo di battaglia è lanciato, il déjà vu prende forma. Messina chiama, Scateno risponde e traccia la rotta. E’ pronto ad accorrere al fianco del “suo” sindaco Basile e a riprendere il ponte di comando della nave peloritana. Una cabina per due, con il manuale del perfetto navigatore al fianco del prode Federico, per respingere l’assalto dei pirati anti-deluchiani e riprendere slancio nella corsa alle Regionali. Tutti ai posti di manovra, forza alla banda, la crociata per Palermo riparte, ancora dallo Stretto. Taormina se ne farà una ragione, ha già capito tutto da un pò.

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