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De Luca respinge le accuse sulle mance: “Vi dico chi è Uomo 56…”

TAORMINA – Chi è “Uomo 56″? Il mistero ha avuto le prime risposte, anche se la storia sembra destinata a proseguire con altre puntate. E’ quanto emerge dalla conferenza stampa tenuta al palazzo municipale di Messina dal sindaco di Taormina e leader di Sud chiama Nord, Cateno De Luca, insieme al segretario regionale del partito, Danilo Lo Giudice. Per l’occasione, proprio Lo Giudice ha indossato una maglietta con il numero 5 e De Luca, invece, una maglietta con il numero 6.

“Ora parla Uomo 56”, aveva anticipato De Luca in un post sui suoi canali social all’avvio della conferenza stampa e “Uomo 56” rimane sino a questo momento un’entità non meglio identificata in via definitiva. Il cosiddetto “Uomo 56”, come ormai è noto, è un appellativo che secondo le cronache di questi giorni sarebbe finito nelle intercettazioni dell’inchiesta che vede indagati per corruzione il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, e l’assessore regionale al Turismo, Elvira Amata.

“E’ prassi, da sempre, nella chiusura dei maxi-emendamenti, che ciò si faccia nella stanza del presidente dell’Ars. E hanno diritto di accedere alla parte conclusiva, i capogruppo o per conto del capogruppo, il segretario o il coordinatore del partito. L’Uomo 56 – ha detto De Luca – o è Danilo (Lo Giudice) o è Cateno De Luca, perché eravamo gli unici due nella fase convulsa che eravamo deputati a salire in presidenza e a portare materialmente gli emendamenti che erano la sintesi di ogni gruppo. Tutti quei numeri sono i rappresentanti di tutti gli altri partiti. Non capisco perché ci si è focalizzati su Sud chiama Nord”. “Noi informative in nostro possesso non ne abbiamo”, prosegue De Luca.

Nella conferenza stampa Lo Giudice si è soffermato sulla discussa informativa e sulla posizione di Sud chiama Nord in tal senso, in oggetto agli emendamenti del gruppo parlamentare Sud chiama Nord nel ddl 771-2024: “Gli emendamenti presentati all’Ars da Sud chiama Nord non sono 140 ma sono 40, quelli che fanno riferimento alla legge n.25 del 12 agosto 2024” e “riguardano tutta l’attività del gruppo” e nello specifico riguardano 8 la provincia di Catania, 5 Palermo e 25 Messina”, e si parla di “scuole, scuolabus, chiese, tutte esigenze dei Comuni“. Respinte anche le accuse sulle procedure per i finanziamenti alle associazioni.

La linea sostenuta da Lo Giudice e da De Luca, in sostanza, è quella che non ci sarebbero state delle “mance” e che tutto sarebbe avvenuto in un contesto di legalità. “Sulle mance la Procura sta facendo le sue doverose e giuste attività, ma noi con le mance non c’entriamo niente, il contenuto delle nostre attività è chiaro e trasparente, noi facciamo attività parlamentari di cui non ci dobbiamo vergognare”, ha detto De Luca.

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