TAORMINA – Cateno De Luca vive la sua fase di “metamorfosi” politica dopo aver imboccato una nuova strada, più “ecumenica”, che lo ha avvicinato al presidente della Regione Siciliana (e che lo porterà al ritorno nel centrodestra). Ma a Taormina il parlamentare fa capire di voler fare tutto ciò che sarà possibile fare prima delle Regionali 2027. De Luca sta lanciando la sua sfida su vari fronti e non ne fa mistero. La giostra di Palazzo dei Giurati va veloce verso una lunga serie di obiettivi che il sindaco vuole centrare e sui quali ha tutta l’intenzione di accelerare. Davanti c’è una prateria, con l’opportunità di “cavalcare” l’onda di una stagione in cui la politica locale si è messa da sola i chiodi nella bara.
De Luca ha la consapevolezza di poter andare avanti indisturbato e allora spinge e sgasa, “danza” in controllo con licenza di fare il bello e cattivo tempo.
Lui stesso ha evidenziato che il suo ultimo libro si chiama “Non tutto è successo” ma “ancora molto deve succedere”. E allora ecco le nuove aziende speciali costituite con lo “schema Messina” ma si va molto oltre, con tante iniziative in agenda e il modulo a due punte che è stato sdoganato. De Luca scruta l’orizzonte e studia la meta, traccia la rotta e mostra le coordinate. A guidare la nave poi ci pensa l’esperto Massimo Brocato, che lo affianca ormai in prima linea al vertice del governo di Taormina.
“Lo sviluppo parte dai territori e i sindaci sono i veri protagonisti del cambiamento. Nessun investimento può decollare senza una visione strategica, senza la capacità di prendere decisioni rapide e certe. Chi investirebbe in un sistema che non garantisce tempi certi e regole chiare? A Taormina non aspettiamo”, ha fatto sapere De Luca a margine del suo intervento al convegno degli Stati Generali dell’Ospitalità di Lusso di Sicilia.
“Abbiamo le idee chiare e sappiamo su cosa concentrare le nostre energie. Un polo fieristico, la riattivazione del casinò, il porticciolo turistico, la scuola degli antichi mestieri e delle tradizioni popolari. Progetti concreti, visione chiara. Abbiamo già modificato la norma sugli alberghi diffusi per rendere possibile la creazione di servizi fuori dai centri storici senza snaturarne l’identità. Abbiamo tutto: bellezza, storia, cultura, clima, paesaggio. Ma serve la volontà di fare e fare bene”.
“La Sicilia può essere l’isola della musica, del cinema, del turismo sostenibile e della qualità della vita. Il vero problema non è solo l’assenza di visione, ma il “deserto mentale” in cui viviamo. Un po’ come nel deserto dei tartari, dove basta una mezza idea per sembrare un gigante. Ma in un contesto del genere, prima o poi, quel gigante lo abbattono. Io invece sogno una terra abitata da veri giganti, e devono essere tanti. Perché solo quando il confronto è tra giganti, il livello si alza davvero. Solo allora possiamo costruire un futuro all’altezza della nostra storia e delle nostre potenzialità. Io ci credo. E voi?”.