TAORMINA – Scocca l’ora x nella contesa sul Teatro Antico per quanto riguarda i grandi eventi. Si deciderà domani (mercoledi) all’Assemblea Regionale Siciliana la sorte della proposta di legge avanzata da Sud chiama Nord, il cui leader è proprio il sindaco di Taormina, Cateno De Luca, che nei giorni scorsi aveva indirizzato una nota al presidente della Regione, Renato Schifani, al presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gaetano Galvagno e per conoscenza all’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Francesco Paolo Scarpinato e all’assessore regionale del turismo dello sport e dello spettacolo Elvira Amata, chiedendo agli organi di governo di far propria la proposta emendativa al disegno di legge “Disposizioni finanziarie varie. Modifiche di norme” (n. 21/A Stralcio I)”, da sottoporre all’esame dell’aula.
Poi, come si ricorderà, si e’ scatenato il putiferio proprio in aula con lo scontro tutto interno alla maggioranza e il fallito tentativo di un’intesa sulla questione ma soprattutto con uno scontro durissimo tra Schifani e De Luca, a colpi di dichiarazioni roventi nelle ore successive al trambusto in assemblea.
Nello specifico De Luca, con il suo movimento, pone al centro del dibattito la proposta emendativa al disegno di legge “Disposizioni finanziarie varie. Modifiche di norme” (n. 21/A Stralcio I)”. “A causa dell’intensa e improcrastinabile attività dovuta alla mia recente elezione a sindaco di Taormina – spiega De Luca – non mi è stato purtroppo possibile partecipare alle sedute della II Commissione, nè all’esame del disegno di legge in oggetto sul quale la II Commissione ha proceduto al voto finale il 13 giugno scorso. Ho dunque presentato un proposta emendativa chiedendo che il Governo regionale la faccia propria e la sottoponga all’Aula per la discussione e la successiva votazione. L’emendamento incide sulla normativa afferente i parchi archeologici e mira a rendere i comuni nei quali i beni immobili dei parchi ricadono partecipi non solo degli oneri derivanti dall’ingente afflusso turistico ma anche dei ricavi e ciò al fine di dare ristoro dei maggiori oneri sostenuti dai comuni discendenti dalla circostanza di avere nel proprio territorio beni archeologici di altissimo valore turistico”.
Si prevede, inoltre, che nel caso in cui si conceda il bene di competenza del parco archeologico a privati per attività aventi scopo di lucro, una parte del ricavato dei proventi derivanti dalla vendita dei biglietti di ingresso, segnatamente il 20% equamente diviso, venga versato nelle casse comunali, per il ristoro dei maggiori oneri concessi alle attività di competenza comunale connesse all’evento, nonché al parco che cede il bene in concessione. Viene, infine, prevista la possibilità per il Comune o per l’unione dei comuni, dietro espressa richiesta, la possibilità di utilizzo esclusivo dei beni archeologici ricadenti nel territorio di competenza per almeno 120 giorni all’anno.
Se dovesse saltare l’auspicata approvazione del provvedimento richiesto da De Luca, il leader di Sud chiama Nord, a quel punto – nel ruolo di sindaco di Taormina – si dice pronto a firmare un’ordinanza che bloccherebbe i grandi eventi. “Mercoledì mattina saremo tutti a Palermo al Parlamento Siciliano per la votazione finale del collegato alla finanziaria e dell’emendamento sui parchi archeologici. Non e’ pensabile che non ci sia un ristoro per i comuni. Se non ci sarà una soluzione risolutiva ne trarremo le opportune conseguenze”, avverte De Luca.