HomePoliticaDe Luca e l'addio a Taormina: quando accadrà, spunta l'indizio

De Luca e l’addio a Taormina: quando accadrà, spunta l’indizio

TAORMINA – Quanto durerà ancora questa legislatura a Taormina e quando deciderà Cateno De Luca di riportare i taorminesi al voto, riconsegnando la fascia per lanciarsi nell’ennesimo tentativo di conquista della presidenza della Regione Siciliana? Aspettando le determinazioni del sindaco, sotto il cielo di Taormina montano gli interrogativi e le certezze sono due: una è che il sindaco guarda già altrove e l’altra è che da queste parti non si voterà a scadenza naturale di mandato (che sarebbe nel 2028).

La bella Taormina che ha incoronato De Luca non più tardi di un anno fa ormai sta stretta al parlamentare di Fiumedinisi. La passione travolgente di 12 mesi fa è una fiamma che si è già spenta. Le ambizioni del primo cittadino sono altre e più alte, lo sono sempre state e lui non ne ha mai fatto mistero. I taorminesi, sedotti e abbandonati assai più in fretta delle previsioni, non l’hanno presa bene e in tanti hanno voltato le spalle a quel sindaco che avevano incoronato come “liberatore”. Cateno, riflette, rielabora la sconfitta delle Europee, studia le prossime mosse, prepara l’exit strategy da Taormina (che in ogni caso non sarà immediata), tornerà intanto a fare il sindaco ancora per qualche tempo e poi si giocherà il tutto per tutto nel suo assalto finale alla presidenza della Regione. E’ quello l’obiettivo, mai perso di vista, neppure per un attimo.

E allora che tempi si darà De Luca per chiudere il capitolo Taormina e per catapultarsi nella sfida finale per Palazzo d’Orleans? Un indizio lo ha dato proprio De Luca, nella sua recente intervista a La Sicilia, parlando della questione dei rapporti con il Pd e i 5 Stelle e delle possibili primarie di coalizione nel campo delle opposizioni palermitane: “Misuriamoci, ma almeno un anno prima del voto. Dall’estate del 2026 dovrà cominciare una campagna elettorale in cui ai siciliani presenteremo il programma e la squadra di governo al completo”.

Ciò significa che la via potrebbe essere già tracciata. E’ difficile immaginare che possa proseguire ancora per molto tempo ciò che si è visto nell’ultimo anno, con il sindaco fuori sede, in carica ma lontano da Taormina. De Luca per adesso, per qualche tempo, riprenderà il suo posto di sindaco, anche perché non si prevedono a breve altre tornate di voto in Italia, a nessuna latitudine, e c’è da provare a risalire la china rispetto al crollo netto di consensi. Il sindaco farà una relazione annuale dai toni duri ma è troppo intelligente per non sapere che sarà chiamato a dare un senso e una sterzata mentre tanti taorminesi delusi hanno alzato bandiera bianca. Non hanno gradito le frequenti assenze di De Luca dal Comune, lo consideravano l’ultima speranza per la città e non andranno più alle urne, almeno per un pò. Hanno iniziato a disertare i seggi alle Europee.

Eppure c’è una data che qualcosa racconta ed è il 14 febbraio 2022, la giornata in cui De Luca si dimise da sindaco di Messina per lanciarsi nella corsa alle Regionali, poi andate in scena a settembre. A giugno De Luca accompagnò per mano il suo “fedelissimo” Federico Basile all’altare di Palazzo Zanca con il successo delle Comunali a Messina, ma prima e dopo si è soprattutto dedicato all’election day del 25 e 26 settembre, quando si tenne la doppia tornata delle Politiche e delle Regionali. Ha girato la Sicilia in lungo e in largo nel 2022, lo ha fatto per le Europee nonostante i problemi di salute e darà fondo ancora di più alle energie pure stavolta.

A Palermo la chiusura della legislatura è fissata al tramonto del 2027, ma probabilmente si voterà anche prima. Ricordiamoci che ad oggi le tornate elettorali verrebbero calendarizzate soltanto nel periodo di primavera (maggio-giugno) ed è allora che si potrebbe votare per le future Regionali, a meno di una improbabile tornata d’autunno (ottobre). Bisognerà anche vedere cosa accadrà, nel frattempo, a Roma, che di solito “telecomanda” i destini dei territori. Si sa che in politica le cose vanno a cascata.

De Luca, per sua stessa ammissione, ha intenzione di fare – più o meno – un anno pieno di campagna elettorale per le prossime Regionali e nel momento in cui si avrà certezza di quando si voterà a Palermo, lui un istante dopo si regolerà di conseguenza. Non a caso Cateno spinge per le primarie a sinistra, che poi difficilmente ci saranno, a meno che Pd e M5S siano talmente “boccaloni” – o magari ben consapevoli – da volersi consegnare sudditi in una competizione che sul piano della leadership li vedrebbe quasi certamente soccombere al cospetto di Scateno, che è stato l’esponente più votato delle opposizioni anche alle Europee.

Al netto delle primarie o non primarie, De Luca potrebbe dimettersi a Taormina nei primi mesi del 2026, anche perché la storia insegna (Messina docet) che non ha intenzione di lasciare troppo spazio a commissari per diversi mesi.

Questo è lo scenario, a meno che, nel frattempo, De Luca non decida di dare linfa alla tentazione – che vi abbiamo già raccontato – di ribaltare tutto a Taormina e Messina, per una clamorosa ricandidatura a Messina. Fantapolitica post-Europee? Forse si, forse no. Per adesso ci sono i rumors e c’è una inconfessabile “pazza idea” che albergherebbe nei pensieri e nelle strategie mai banali di De Luca. La vita di Scateno è fatta di sfide e il “richiamo della foresta” è quello di una resa dei conti totale nella Città dello Stretto per presentarsi, in caso di successo, con un rilancio di gran carriera all’appuntamento delle Regionali. Magari alla fine De Luca non lo farà ma a Messina sono in tanti, amici e nemici del parlamentare, a non escludere che questo scenario suggestivo possa davvero prendere quota tra un paio di mesi. Se mai così dovessero andare le cose, è chiaro che il sindaco di Taormina renderebbe contendibile la sua fascia ancora prima, già nell’inverno che verrà, ad inizio 2026.

E’ un gioco ad incastri e attenzione perché niente è scontato. Per adesso a Taormina l’ipotesi molto più probabile rimane quella di una città che tornerà al voto nel 2026, con De Luca che in quello stesso anno indicherà il suo candidato, per poi buttarsi anima e cuore nella partita palermitana. E’ quella la madre di tutte le battaglie della parabola politica cateniana, tutto il resto “è un rosso relativo senza macchia d’amore“. Con buona pace dei taorminesi.

ARTICOLI CORRELATI

POTREBBE INTERESSARTI

SEGUICI SUI NOSTRI SOCIAL

35,880FansMi piace
14,200FollowerSegui
My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.