HomePoliticaDe Luca-centrodestra: ad aprile l'ora x. Lo Giudice tra Provincia e Taormina

De Luca-centrodestra: ad aprile l’ora x. Lo Giudice tra Provincia e Taormina

TAORMINA – Continua a tenere banco il chiacchierato patto all’orizzonte, possibile o probabile, tra Cateno De Luca e il centrodestra, se ne parla ormai negli ambienti politici palermitani e a cascata in tutta la provincia messinese, con il capoluogo e Taormina destinati a diventare epicentro dello scenario – e della relativa trama – che pare prospettarsi all’orizzonte.

Il momento della verità, forse, arriverà già nella primavera dell’anno che verrà. Ad aprile del 2025 si voterà per le Provinciali e lì si capirà, al netto delle chiacchiere, cosa “bolle in pentola”. Ad oggi le poche cose certe sono fondamentalmente tre: De Luca non andrà più da solo alle prossime tornate elettorali, lui stesso ha dichiarato che la stagione della corsa solitaria è finita. La seconda cosa è che l’ipotesi di un’intesa tra De Luca e il centrosinistra è naufragata prima ancora di prendere forma, flirt finito e discorso chiuso. E la terza cosa da rilevare è che l’unica soluzione possibile rimasta sul fronte deluchiano, per uscire dall’isolamento, è l’accordo con il centrodestra: tutto il resto è nebbia in Valpadana.

Dicevamo che ad aprile del 2025, a meno di altri rinvii, si voterà per le vecchie Province, oggi Città Metropolitane e lì si arriverà alla resa dei conti. Non è difficile immaginare che nelle interlocuzioni politiche che si sono avviate o si avvieranno, il leader di Sud chiama Nord metterà sul tavolo la richiesta di esprimere un candidato in quota al proprio movimento alla presidenza di Palazzo dei Leoni. Il centrodestra dirà di sì a questa richiesta? Se arriva un sì, di fatto il centrodestra siciliano consegnerebbe le “chiavi” politiche della Provincia di Messina al movimento del suo più acerrimo avversario e dovrebbe poi farlo votare, con gli annessi e connessi dell’ardua missione di portare su nuove posizioni concilianti tutti quelli che nei partiti di maggioranza non ne vogliono sapere di andare a braccetto con De Luca. Se, tuttavia, il centrodestra dovesse dialogare con De Luca ma, al contempo, dire di no ad una candidatura unitaria in quota a ScN, a quel punto l’asse della trattativa si sposterebbe tutto sulle future elezioni Comunali a Messina (dove il rimpasto nelle partecipate ha fatto scattare le prime mosse deluchiane), sulle Regionali (dove De Luca si è detto disponibile a fare un passo indietro sul sogno della presidenza e vorrebbe ora la futura vicepresidenza della Regione) e sulle Politiche (il discorso riguarderà il posizionamento nei collegi elettorali, quelli uninominali per intendersi).

Intanto rumors abbastanza insistenti, da tempo, pronosticano che il candidato di ScN per le Provinciali abbia già un nome e cognome: Danilo Lo Giudice, coordinatore regionale del partito di De Luca.

La questione, tra i molteplici aspetti, si incrocia anche con le valutazioni che De Luca farà sul proprio “erede” a Taormina, quando verrà il momento di concludere il suo mandato (scadenza naturale primavera 2028) e non si ricandiderà. E tra i “papabili” in corsa per il dopo-De Luca a Taormina c’è pure Lo Giudice (scadenza del mandato di sindaco a Santa Teresa di Riva nel 2027), “fedelissimo” cateniano della prima ora che in città ha anche fatto di recente un investimento e rientra in una rosa comprensiva dei nomi di Jonathan Sferra, Giuseppe Sterrantino, Pinuccio Composto, senza escludere Massimo Brocato e Salvo Puccio (se prima non dovesse maturare per lui la candidatura alle Comunali a Giardini Naxos). E’ chiaro che se Lo Giudice dovesse proiettarsi verso una nomination alla Provincia, di riflesso uscirebbe con largo anticipo dalla lunga volata per la futura sindacatura di Taormina. Così come la questione delle alleanze avrà il suo peso su varie situazioni che riguardano la Città di Taormina, sinora caratterizzate e talvolta condizionate dalle posizioni conflittuali tra il sindaco e la maggioranza alla Regione.

Le Provinciali, in un verso o nell’altro, indirizzeranno i piani deluchiani, con un effetto domino che andrà da Messina a Taormina, sino soprattutto a connotare la linea su ciò che avverrà a Palermo e su Roma. Sarà quello il detonatore di tante cose: l’ora x per le intese e il banco di prova per dimostrare se davvero il “matrimonio” tra De Luca e il centrodestra si celebrerà e, in concreto, su quali basi politiche. Un peso non indifferente lo avrà il disgelo che sembra esserci in atto tra il presidente della Regione, Renato Schifani e De Luca e qui bisognerà, evidentemente, vedere e capire se la parabola della pace sarà soltanto una narrazione politica figlia del momento natalizio o l’inattesa tregua sarà propedeutica ad un asse che ribalterà gli equilibri.

I soliti bene informati sostengono che sull’allargamento del centrodestra a Sud chiama Nord ci sarebbe, in ogni caso, già la “benedizione” romana, dove Giorgia e Arianna vogliono rafforzare l’area dei centristi della maggioranza, non vogliono rischiare di lasciare voti per strada se mai in un’altra vita la sinistra dovesse riuscire a riorganizzarsi: così il messaggio recapitato alle segreterie regionali è che a Palermo bisognerà attrezzarsi di conseguenza e una quadra per la convivenza la si dovrà trovare.

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