TAORMINA – Nella sua diretta social mattutina Cateno De Luca lancia nuove frecciate alla politica taorminese e si sofferma in particolare sulla prospettiva di un unico fronte “anti-De Luca” per contrastare la corsa dell’ex primo cittadino di Messina nella sua candidatura a sindaco di Taormina.
“In questo momento a Taormina le sedute spiritiche sono finalizzate al fronte De Luca. “Non passa lo straniero” dicono e cantano. Siete voi gli stranieri rispetto alla comunità se non rispondete a questi quesiti e non dite come mai non avete risolto i problemi. Mi darete le soluzioni? E io vi chiedo: ma perché non lo avete fatto 10, 20 o 30 anni fa? La domanda è semplice. Rispondete. Ancora continuate a cincischiare? Dimostrate alla città che non soltanto conoscete i problemi ma avete un’idea di come affrontarli. Qualcuno parla come i nobili in decadenza e dice “ma è dovuto venire qui a De Luca a dirci i problemi che noi abbiamo, noi li conosciamo”. E perché non li risolvete? Pretendete di essere considerati ancora classe politica? La gente perché deve continuare a votare una classe politica che conosce i problemi ma non li risolve. E allora alla gente sta bene così? Se così è, non ci sarà bisogno di De Luca perché la marcia in più non la si vuole, e non vengo a disturbare nessuno e non romperò le scatole a nessuno. La mia posizione non deve essere divisiva o altrimenti io non ci sto. O unisco uomini e donne di buona volontà di Taormina o non ci sto. Non mi candido per rappresentare una parte dei taorminesi, voglio rappresentarli tutti per fare cinque anni di lavoro insieme. Poi, l’ho già detto: cinque anni, non un giorno in più e dopo di me ci sarà una nuova classe dirigente. Perché Taormina è dovuta passare nell’elenco dei comuni falliti? Il dissesto è una resa. A Taormina qualcuno ha deciso di fare il becchino, io no, a Messina la questione l’ho risolta. Volete fare l’ammucchiata tutti insieme per fermare De Luca e poi i problemi non li risolvete? Datemi le soluzioni, io vi risponderò: perché non lo avete fatto prima? I taorminesi conoscono chi li ha sfruttati”.
