Dopo Sicilia Vera, Cateno De Luca archivia anche Sud Chiama Nord e lancia Ti Amo Sicilia. Cambia ancora e va all’assalto alle elezioni Regionali del 2027 con il suo Governo di Liberazione. L’attuale sindaco di Taormina è finito ai margini della contesa politica isolana ma non ha nessuna intenzione di mollare la presa. Rilancia la sfida e stravolge di nuovo il copione per provare a riguadagnare spazi nella partita per il futuro governo della Sicilia. L’Imperatore del Nisi gioca il tutto per tutto perché centrodestra e centrosinistra non si fidano politicamente di lui e lo vorrebbero lasciare all’angolo.
De Luca sdogana ufficialmente il progetto “Ti Amo Sicilia”, preannunciato ad inizio 2025 ma sin qui rimasto congelato sullo sfondo, in attesa del momento giusto. Quel momento è arrivato ed è l’ora del dentro o fuori perché già le Amministrative 2026, prima ancora delle Regionali, diventano una chiamata senza appello per valutare il peso politico di De Luca.
Così il tentativo di svoltare passa da una doppia mossa: da Scateno a Cateno, via l’approccio istituzionale e riecco Scateno 2.0, l’originale. Di conseguenza torna l’uno contro tutti con l’approccio aggressivo, assetto da guerra e linguaggio intransigente. Si mette in trincea ma dalla cabina di regia, per fare il battitore libero che non vuole essere etichettato con il suo stesso partito. Ma soprattutto il messaggio mediatico che De Luca vuole dare, che anzi deve far passare è che tutto sta andando per il meglio, perché non deve trasparire in nessuno modo che, in verità, il momento è invece di quelli molto complicati.
E poi c’è la strategia della “confusione”, quella che a suo tempo è passata alla storia del cinema come la “B-Zona 5-5-5” di Oronzo Canà, ovviamente rivista, ripensata e traslata dallo schermo alla realtà. Da un campo di pallone ai palazzi e le piazze della politica.
De Luca ha capito che nel centrodestra è dura rientrare dopo 8 anni, ci è andato vicino, molto vicino, ma a Roma qualcosa non è andato per il verso giusto. E’ ritornato alla carica del centrosinistra ma ha realizzato che pure lì hanno altre idee in testa rispetto al suo progetto per la terza candidatura alla presidenza della Regione.
E allora eccola “Ti Amo Sicilia”, la nuova creatura con la quale De Luca gioca la carta “autonomista”, fuori dai partiti, per tentare di creare scompiglio, spaccare qualcosa e calamitare qualcuno rispetto agli schieramenti principali. In questo ragionamento rientra la decisione di creare un “intergruppo” parlamentare mentre il centrodestra vive una fase di tensione. Da qui tutto il piano di De Luca che, pezzo dopo pezzo, con la consueta narrazione ad effetti speciali e il bombardamento social di post per cercare di rendere virale la storyline, verrà svelato un pò alla volta da qui al 18 gennaio, data del “battesimo” politico a Caltagirone dell’iniziativa denominata il “Governo di Liberazione”.
Ma, in buona sostanza, il vero obiettivo di Cateno De Luca è in primis quello di rimettersi in corsa rispetto a quel bacino elettorale vitale, che s’è allontanato. Il voto di opinione, di “pancia” e di protesta che nel 2022 alle Regionali scelse a furor di popolo Scateno. Una prateria antisistema che venne percorsa, cavalcata e dominata da De Luca. Non a caso il parlamentare di Fiumedinisi fu capace di fare il pienone di attestarsi al 25% con un risultato clamoroso. Oggi quei tempi esaltanti sono distanti qualche anno luce e già il 7,6% delle Europee è stato un risultato eloquente, che non si presta ad interpretazioni. A preoccupare De Luca è l’ascesa del suo ex “allievo” ed ex alleato, Ismaele La Vardera, che nei sondaggi vola con il neonato movimento “Controcorrente”. La Vardera è destinato a crescere e pescare a piene mani proprio in quell’elettorato che si era consegnato a piene mani a De Luca. Ovvero i siciliani delusi e incazzati, quelli che in tanti casi non vogliono nemmeno andare a votare o tutto al più optano per qualcuno e qualcosa fuori dai due poli. Ecco che De Luca si mette sulle tracce di La Vardera. Spinge e scalpita perché vuole provare a riprendersi almeno una parte di quell’elettorato che potrebbe restare sui divani di casa oppure destinato ad andare ai seggi per votare La Vardera.
L’idea di provare a dare uno scossone deve passare, per forza, da una fase di battaglia garibaldina rispetto ai due poli e contro le storture del sistema. Per questo De Luca si riposiziona al centro, prova ad intercettare le realtà civiche e nella realpolitik del marketing applicato ai partiti ha scelto parole e concetti, slogan e sentimenti con i quali vuole provare a far breccia nell’elettorato: “Libertà”, “Liberazione”, “autonomismo”, “civismo”, “lotta al pizzo legalizzato”.
Dalla visione “Sturziana” a quella di De Gasperi si approda, infine, alla predetta via maestra da percorrere sul piano pratico per creare scompiglio: la confusione. E’ la tattica che a suo tempo veniva interpretata al cinema in maniera brillante dal personaggio di Oronzo Canà.
Ve la ricordate la storica B-Zona? “Mentre i 5 della difesa vanno avanti e i 5 attaccanti retrocedono. E così viceversa. E la gente a quel punto pensa: Hanno 5 giocatori in più? No, perché 5 vanno avanti e 5 vanno indietro. E in tutta questa confusione generale gli altri si chiederanno, che sta succedendo? E non ci capiscono più niente”.
Allo stesso modo, idealmente, De Luca è rimasto con 3 parlamentari all’Ars ma fa sapere che fanno per 33 e allora punta sul 5-5-5 da applicare alla politica siciliana. Tratta con il centrosinistra, poi si siede con il centrodestra, poi riapre al centrosinistra e attacca al centrodestra e si mette in mezzo. Vota con il campo largo ma gli dà l’ultimatum, offre aiuto a Schifani ma poi silura il suo governo. E’ un 5-5-5 alla De Luca all’insegna del tutto e il contrario di tutto. Ed è come quando Canà spiegava il modulo ai suoi giocatori e chiudeva sottolineando che “così gli avversari non ci capiscono più niente”. A quel punto la “bandiera” Speroni rispondeva: “Mister, ma nemmeno noi”.
Allo stesso modo Scateno 2.0 punta forte sulla strategia della “confusione”, con una sprizzata politica qua e là di zizzania e veleni da lasciare sul campo per destabilizzare gli altri. Divide et Impera. In questo Cateno De Luca è sempre stato un maestro. E nel manuale della politica c’è scritto che lì dove non puoi governare o se vuoi comunque ambire a farlo, devi dividere (gli altri) per conquistare. Ora De Luca non ha altra alternativa che tornare Scateno, in versione antisistema 2.0. Basterà per recuperare la fiducia dei siciliani? Farsi la domanda e darsi la risposta.


