HomeHomeDe Luca a "fuoco lento": l'incubo della politica taorminese

De Luca a “fuoco lento”: l’incubo della politica taorminese

TAORMINA – Il comizio di sabato scorso e le dichiarazioni ormai quotidiane o quasi di Cateno De Luca sulla candidatura a sindaco di Taormina gettano sempre di più in un clima di confusione e diffusa preoccupazione la politica locale, sempre più irretita dalla discesa in campo alle prossime elezioni Amministrative dell’ex primo cittadino di Messina.

De Luca non si accontenta della candidatura a sindaco e vuole mettere in campo tre liste che significherebbero la conquista della maggioranza e anche dei banchi dell’opposizione. Uno scenario da incubo per la politica taorminese, a cui in molti non vogliono neanche pensare e che spinge in queste ore i contatti sempre più fitti per un fronte che possa contrastare lo “straniero” di Fiumedinisi. Se il tempo prima era un comodo alleato della politica cittadina verso una competizione da vivere in pantofole nel giardino di casa e da trascinare sino all’alba della primavera, adesso c’è lo spauracchio di De Luca che corre ed entro l’8 dicembre vuole raccogliere una cinquantina di adesioni per schierare 3 liste al voto.

E allora che succederà nella sfida allo Scatenato di Fiumedinisi? Difficile, molto difficile, che si arrivi ad un listone unico anti-De Luca, anche perché l’attuale sindaco Mario Bolognari ha tutta l’intenzione di misurarsi con De Luca e ha la convinzione di poter ribaltare i pronostici. Dall’altra parte c’è un’opposizione che adesso tenta la mossa della disperazione di un’intesa con Mario D’Agostino, nel doppio tentativo di tornare in corsa contro De Luca e di stoppare la ricandidatura di Bolognari.

In questo momento chi non si scompone è proprio Bolognari che invita alla calma i suoi alleati e aspetta con attenzione le mosse dell’opposizione, travolta dalla scelta nefasta di aver atteso l’esito delle elezioni Regionali per organizzarsi e probabilmente vicina all’ultimo bivio tra l’opportunità residua di compattarsi o la prospettiva della liquefazione finale. Per il resto è un susseguirsi di movimenti all’insegna del tutto e contrario di tutto, si va per tentativi e a spot, per fiammate individuali e non per strategia organica.

Insomma, il primo avversario della politica taorminese, paradossalmente, non è nemmeno l’arrembante De Luca ma la politica taorminese stessa. L’entrata in scena di De Luca ha creato scompiglio, è diventato il moltiplicatore di tensioni e lacerazioni, tradottesi in una reazione disarticolata, fatta dei soliti luoghi comuni e di pochi contenuti. Ed è una pochezza impietosa che mette in risalto la grande difficoltà della classe politica locale nell’andare oltre i fatti personali e una visione personalistica del territorio, incapace di scuotersi, riordinare idee e proporre un’alternativa credibile. La zavorra degli sbagli e delle mancanze che hanno costellato gli ultimi 30 anni di storia della città fanno il resto e rischiano di diventare un macigno, se non una sentenza, su ciò che accadrà nei prossimi mesi.

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