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Dati turistici: la Regione umilia Taormina con lo “spot” a Cefalù

TAORMINA – Vi abbiamo raccontato nei giorni scorsi la singolare vicenda dei dati turistici ormai da tempo, anzi da qualche anno a questa parte, “secretati” dalla Regione Siciliana come se ci fosse da tutelare il Terzo Segreto di Fatima. In sintesi, per chi si fosse perso il primo capitolo del nostro approfondimento su TN24, stiamo parlando delle statistiche sulle presenze turistiche, curate da sempre con un lavoro encomiabile dal personale dell’Ufficio Turistico e che in località come Taormina – e allo stesso modo anche in altre realtà della Sicilia – hanno rappresentato nel tempo un elemento di riferimento per gli attori del turismo, per imprenditori e commercianti ma soprattutto per gli albergatori. In particolare si tratta di un modo prezioso per avere contezza, attraverso queste informazioni, di quante persone arrivano sul territorio e da quali paesi. Niente di riservato, niente che abbia a che fare con discorsi di privacy. Eppure, all’improvviso la Regione Siciliana ha deciso, con una genialata, che questi dati non debbano più essere trasmessi ai vari enti e diffusi all’esterno, come in precedenza avveniva praticamente con frequenza mensile. Così, le associazioni degli albergatori come i sindaci devono scrivere all’Assessorato al Turismo e chiedere di poter ricevere quei dati.

Il mistero continua e si arricchisce di ulteriori contorni farseschi, a conferma della confusione di una Regione Siciliana che non soltanto si tiene stretta quei dati ma pensa pure di diffonderli a seconda dell’opportunità di come e dove si convenga fare un pò di propaganda. Una forma, insomma, di furbo cretinismo che anche un bambino di due anni riuscirebbe a comprendere.

A Taormina, a conferma di quanto avevamo sottolineato, apprendiamo dall’Associazione Albergatori Taormina che i dati sulle presenze sono stati richiesti dal presidente Gerardo Schuler con apposita mail inviata il 9 dicembre scorso. Ma quella istanza non ha ricevuto risposta. Gli albergatori allora hanno effettuato un sollecito telematico il 19 dicembre 2022 ma ancora aspettano risposte. Tre settimane di silenzio.

E mentre Taormina aspetta, eccolo il colpo di teatro di fine anno. Il 24 dicembre scorso spunta sulla stampa una notizia: “Record di presenze a Cefalù: più italiani che stranieri”. “A Cefalù più turisti che nel pre-covid, ma ora sono più italiani”.

“Record di presenze ma con più italiani e meno stranieri. È la tendenza che si registra a Cefalù, tra i più affollati e principali poli turistici siciliani. Il dato si presta a una valutazione tutto sommato positiva da parte degli operatori che vedono crescere il numero complessivo dei turisti rispetto al 2019, l’anno che ha preceduto la crisi pandemica”. Secondo i dati dell’Ufficio turistico regionale, alla data del 30 novembre 2022 le presenze nella cittadina normanna sono state 808 mila che alla fine dell’anno potrebbero arrivare a 815 mila: circa 20 mila in più rispetto al 2019. È cambiata però la tipologia dei turisti che scelgono Cefalù: gli italiani rappresentano il 36% (erano il 22%) e gli stranieri scendono dal 78 al 64%. C’è un crollo dei francesi, la quota da sempre più consistente. Nel 2022 ne sono arrivati quasi 45 mila in meno. Diminuiscono anche i tedeschi mentre cresce in controtendenza la componente statunitense. Cancellata infine, a causa della guerra in Ucraina, la quota dei turisti russi e polacchi”.

Avete letto bene: “Secondo i dati dell’Ufficio Turistico Regionale”. Quindi la Regione ha diffuso un quadro dettagliato dei dati di Cefalù, con uno “spot” natalizio per l’incantevole meta turistica palermitana. Non entriamo nelle vicende specifiche della bellissima Cefalù e le citiamo soltanto come esempio calzante per rendere l’idea su una vicenda, quella dei dati turistici, che ha superato i confini del paradosso per sprofondare nel ridicolo.

Cefalù e Taormina sono le due facce, diverse ma in realtà identiche, della stessa medaglia: quelle di una Regione Siciliana, che confonde il turismo con la bancarella del torrone e che addirittura nel caso di Taormina la umilia non concedendo una puntuale comunicazione dei dati sulle presenze agli albergatori. Il tutto mentre sempre la Regione non si preoccupa neppure di riportare subito in città la sede dell’Ufficio del Turismo e lo lascia “esiliato” a Giardini Naxos insieme al personale del STR, esperto e qualificato, che senza dubbio potrebbe dare un supporto utile nella Perla dello Ionio all’accoglienza dei visitatori.

Resta da capire se le colpe maggiori siano della Regione Siciliana e di come gestisce – comunque legittimamente – il turismo o piuttosto dei Comuni di Taormina che questo cretinismo ad oltranza lo tollerano, se ne lamentano senza far nulla per cambiare la musica e peggio ancora finiscono per accompagnare questo mediocre stato di cose. Si consente a politicanti e burocrati di turno di fare qui il bello e cattivo tempo, anziché fargli capire che la collaborazione e l’ospitalità sono una cosa, esondare e venire a comandare è un’altra storia. Ognuno comanda a casa propria e su questo non si può derogare di una virgola: peccato che a Taormina ci sia da tempo un difetto di coraggio nel far applicare questo concetto basilare alla realtà.

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