HomeParlamentoDa capitano a mozzo: il crollo di Matteo

Da capitano a mozzo: il crollo di Matteo

Sono bastati quattro anni per farlo passare da uomo incubo dell’Europa a presenza fastidiosa per Giorgia Meloni, da fustigatore della politica italiana a segretario che non ha più neanche il consenso del suo stesso partito. C’era una volta Matteo Salvini il Capitano e c’è oggi un mozzo che arranca e lotta per restare protagonista e per non farsi disarcionare dalle posizioni che contano nel nuovo governo a trazione Fratelli d’Italia.

Salvini aveva portato la Lega dal 7 al 30 per cento. I più attenti ricorderanno quando nell’agosto di quattro anni fa il settimanale francese l’Express dedicava la sua copertina al leader del Carroccio titolando: “Fa tremare l’Europa”. E ancora: “Populista, xenofobo, il nuovo uomo forte d’Italia affascina Le Pen e inquieta Macron”.

Si diceva allora: “Salvini, l’homme qui fait trembler l’Europe”. E adesso la musica è decisamente differente. La Lega è crollata il 25 settembre scorso sotto il 10%, i contestatori di casa Lega lo aspettavano al varco e sono riapparsi con le facce minacciose di Bobo Maroni e persino il vecchio leone Umberto Bossi. Ma c’è soprattutto Luca Zaia che da tempo vuole fargli le scarpe.

L’uomo che faceva tremare l’Europa è diventato un problema per Giorgia Meloni, che non ha dimenticato gli sgarri della partita per il Quirinale e non è convinta di affidargli più il Viminale, consapevole che piazzare Salvini al Ministero dell’Interno significherebbe rimetterlo politicamente in piedi verso la prospettiva di una campagna elettorale permanente (con il cavallo di battaglia dei migranti e ora delle bollette), con tutti gli annessi e connessi che ciò potrebbe portare, in termini di fibrillazioni, al governo di centrodestra.

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