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Crimea, così la guerra colpisce il turismo russo

Sono momenti difficili per le località turistiche della Crimea, territorio ucraino secondo il diritto internazionale, ma de facto annessa alla Russia: circa un terzo di turisti russi in meno rispetto all’anno scorso che, a sua volta, non è stato dei migliori.

I turisti sono spaventati da due fattori: il pericolo di possibili attacchi militari (o addirittura di un’operazione di riconquista del territorio) e i problemi di trasporto.

“Ci sono state voci, confermate dai telegiornali, di stati tentativi di far saltare in aria il ponte di Crimea, poi sventati”, racconta Alexandra Rumyantseva, turista russa da San Pietroburgo e presidente di una fondazione di beneficenza. “Questo, naturalmente, preoccupa molte persone che si rifiutano di venire qui”.

In passato, un turista su tre arrivava nella penisola in aereo. Ora non solo l’aeroporto di Simferopol è chiuso, ma anche quasi tutti gli scali aerei delle regioni limitrofe della Russia meridionale (con l’eccezione di Sochi, il più meridionale).

L’alternativa è il Ponte di Crimea: potenziale obiettivo degli scioperi ucraini e bloccato dagli ingorghi di auto, che quest’anno sono stati definiti “catastrofici”. Un altro mezzo di trasporto potrebbe essere il treno, scomodo e per il quale è ancora necessario fare il biglietto.

“Qui da noi la gente non viene qui perché ha paura. Ed è vantaggioso per coloro che ne beneficiano, ovviamente”, afferma Albert Agagulyan, ex colonnello dell’aviazione sovietica, alludendo verosimilmente alla popolazione ucraina. “Di certo non lo è per il popolo russo”.

Gli albergatori e le autorità locali affermano però che la situazione è leggermente migliorata nell’ultima settimana, grazie a diverse misure intraprese per attirare più persone: le ferrovie offrono gradualmente più treni, gli hotel e i comuni offrono un parcheggio gratuito per chi arriva in auto. Ma l’atmosfera che si respira non può essere la stessa di quella di qualche anno fa.

“Come residente di Sebastopoli, sono molto preoccupato per questi eventi. Perché con Nikolaev (Mykolaiv in ucraino, ndr), Kherson, e Odessa avevamo un legame quasi familiare”, dice Viktor Borodulin, ingegnere energetico e abitante della Crimea.

A prescindere dal calo dei numeri in Crimea, i turisti russi quest’anno non hanno molte destinazioni alternative, poiché viaggiare all’estero è diventato quasi impossibile per loro.

Fonte: Euronews

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