TAORMINA – La Regione introduce il CIR, Codice identificativo regionale per attività ricettive, alberghiere ed extralberghiere, e su questa novità che potrebbe imprimere una svolta nella lotta all’abusivismo e alla concorrenza sleale nel turismo a Taormina, interviene il presidente dell’Associazione Albergatori Taormina, Gerardo Schuler.
“Il 27 luglio scorso – spiega Schuler – la Regione Siciliana ha introdotto il CIR, Codice Identificativo Regionale, obbligatorio per tutte le strutture ricettive, alberghiere ed extra alberghiere. L’11 maggio 2021 il Consiglio Comunale di Taormina aveva approvato il Nuovo Regolamento della Imposta di Soggiorno nel quale sono state allora accolte alcune richieste della Associazione Albergatori Taormina, sezione “Federalberghi Extra” e condivise con la locale Associazione “TaoXenia”. La principale novità stava proprio nell’obbligo per tutte le strutture ricettive di Taormina a munirsi del codice identificativo comunale. Siamo stati il primo comune in Sicilia ad averlo introdotto, anche se poi tutto si è fermato li. Adesso l’obbligo è diventato regionale.
“Il CIR è stato già adottato da diverse regioni italiane e l’introduzione del CIR anche in Sicilia potrebbe cambiare in meglio il ns. modo di fare turismo, anche qui a Taormina. Uso il condizionale. Federalberghi Sicilia ha non solo chiesto da anni l’introduzione del CIR ma anche collaborato intensamente con l’Assessore Regionale al Turismo Manlio Messina alla stesura del DA 1783 della Regione Siciliana del 27.07.2022 con la quale è stato istituito il CIR”.
“La realtà dei fatti la conosciamo tutti. L’autorizzazione ad accogliere turisti in contesti atipici come case private è stata originariamente autorizzata dal governo nazionale con la motivazione di dare la possibilità di integrare il reddito di soggetti economicamente deboli, che dovrebbero poter svolgere le relative attività in via occasionale e comunque accessoria rispetto all’attività principale. Grazie alla sostanziale assenza di controlli, anche a Taormina il fenomeno è proliferato in modo indiscriminato, allontanandosi dall’originario principio ispiratore e contribuendo a svuotare anche il nostro centro storico di una parte dei suoi abitanti. Sappiamo tutti che a Taormina si fa sempre più fatica a trovare alloggi in locazione perché i proprietari preferiscono gestire le proprie abitazioni tramite portali tipo Airbnb, dando luogo a fenomeni di sommerso e concorrenza sleale, che danneggiano tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza”.
“Qualche esempio? Da una recente indagine sul sommerso turistico è emerso che il 55,2% degli annunci si riferisce ad appartamenti disponibili per oltre sei mesi all’anno e che l’80,1% degli annunci pubblicati su Airbnb riguarda interi appartamenti, in cui non abita nessuno (fonte: Incipit consulting su dati Inside Airbnb, aprile 2022). A Taormina gli Airbnb nel luglio 2021 risultavano essere 1.149 (fonte: Osservatorio G20), e dopo un anno sono probabilmente ancora molti di più”.
“L’Assessorato al Turismo della Regione Siciliana sembra adesso avere intenzione di voler pubblicare e promuovere le strutture ricettive provviste di codice identificativo, praticamente un bollino di qualità a maggiore garanzia per il turista. Il recente decreto regionale sul CIR dispone anche in materia di promozione. I titolari delle strutture ricettive o degli alloggi in affitto, nonché chi esercita attività di intermediazione immobiliare o gestisce portali telematici o siti web, anche su piattaforme ospitate da server che si trovano all’esterno dell’Ue, sono tenuti tutti a pubblicare il codice CIR di ogni struttura negli annunci, nelle pubblicità e nelle prenotazioni. Il CIR dovrà essere ben visibile accanto alla denominazione. Per i titolari scatta anche l’obbligo di comunicare giornalmente, entro 24 ore dall’arrivo e della partenza, tramite il sistema di gestione dei flussi turistici “Turist@t”, i dati relativi agli arrivi e alle presenze, a fini statistici. Il recente decreto prevede la sanzionabilità degli abusivi (da 500 a 5 mila euro) ma anche dei portali e degli intermediari “acchiappatutto” e che non adempiono agli obblighi di legge concernenti la comunicazione dei dati e la riscossione delle imposte, costringendoli a verificare e pubblicare il CIR di ogni singola struttura ricettiva che vendono incassando le loro commissioni”.
“L’obiettivo della nostra Associazione Taorminese Albergatori è non solo tutelare i turisti, le imprese ricettive e i lavoratori del settore, ma anche tutelare i concittadini residenti, i vicini di casa, contrastando l’esercizio abusivo e incontrollato delle attività e delle professioni turistiche. L’Associazione Albergatori Taormina, ha al suo interno anche una sua sezione di associati del settore extra-alberghiero “Federalberghi-Extra Taormina” e desidero sottolineare che per noi non si tratta di fare la guerra agli abusivi, ma di incentivare la loro uscita dal sommerso garantendo migliori tutele sia per il turista stesso, sia per chi rispetta le regole. Nella capitale del turismo siciliano desideriamo promuovere soprattutto la qualità dell’accoglienza, vogliamo garantire la tutela degli ospiti e dei lavoratori del settore turismo, assicurando il rispetto delle regole in materia di lavoro, fisco, sicurezza, igiene, sanità e sicurezza pubblica da parte delle attività ricettive, anche da quelle esercitate in forma non imprenditoriale. Il CIR permetterà di fare ordine, di riservare per esempio l’utilizzo della denominazione “albergo” (e di quelle analoghe: hotel, villaggio turistico, residence, locanda, casa vacanza, b&b, etc.) unicamente ai soggetti in possesso delle prescritte autorizzazioni amministrative. Stesso mercato, stesse regole, maggiore trasparenza e maggiore qualità”.
“Ma il CIR servirà anche a tutelare i concittadini, perché permetterà anche a chi ci amministra di avere finalmente un quadro completo dell’offerta ricettiva locale. Il CIR servirà al Comune a istituire una data room che consentirà a monitorare in tempo reale i flussi turistici, allo scopo di programmare meglio i servizi necessari ed eventualmente adottare gli opportuni provvedimenti. Una proposta di legge darà ai sindaci il potere di regolamentare e quando necessario limitare lo svolgimento delle attività di locazione breve. Venezia lo ha adottato per prima attraverso una norma spot. Cosa succede intorno a noi? Ad Amsterdam gli appartamenti privati possono essere affittati per non più di 60 giorni all’anno e non possono ospitare più di 4 persone per volta. A Barcellona chi vuole affittare il proprio appartamento per periodi brevi deve chiedere una licenza. A Berlino è vietato l’affitto di appartamenti ai proprietari che non siano titolari di una licenza”.
Cosa succederà a Taormina? “Il problema, lo sappiamo, non sono le norme, ma la capacità e la volontà di farle rispettare. Taormina, sappiamo anche questo, è già in campagna elettorale per le prossime comunali e i furbetti sono cittadini che votano. Adesso ci renderemo, intanto, conto che anche il Comune andrà in ferie, poi che uno dei responsabili sta per andare in pensione e necessita attendere la sua sostituzione, che la ragioniera del Comune viene solo una volta a settimana e che i vigili urbani sono insufficienti”.
Cambierà qualcosa? “In una delle frasi di apertura di questa intervista ho usato il condizionale perché sappiamo di essere l’isola del gattopardismo, del cambiare tutto per non cambiare nulla. Sono comunque molto curioso di vedere se a Taormina il CIR riuscirà davvero ad entrare in campagna elettorale”.