“Chi colpisce un giornalista sotto scorta non sta cercando di fermare una persona. Sta lanciando un avvertimento a tutti. L’attentato a Sigfrido Ranucci non nasce oggi: è il frutto di anni di delegittimazione, di campagne mediatiche costruite per isolare, infangare, distruggere civilmente chi osa indagare il potere”. Così lo scrittore Roberto Saviano ha commentato l’attentato al giornalista e conduttore di Report, Sigfrido Ranucci.
“Quando non si discute più delle idee ma si attacca la persona, quando il dibattito pubblico diventa un linciaggio social permanente, quando la politica – il potere – si sente autorizzata a colpire i giornalisti, la democrazia non è in pericolo: è già stata violata”, evidenzia Saviano.
“Questa bomba non è solo un atto intimidatorio: è un messaggio destinato a chiunque pensi che l’inchiesta, l’analisi, la critica siano ancora spazi di libertà. C’è stata una lunga gestazione di delegittimazione e isolamento. I responsabili di questo attentato, forse, pagheranno tra 10 anni ma il silenzio su queste dinamiche io lo conosco bene. La democrazia in tutto questo è morta. La bomba ha colpito un uomo scortato e chi lo ha colpito sapeva che non poteva colpire lui ma voleva mandare un messaggio, a lui e a tutti”, aggiunge Saviano.