HomeAttualità e CronacaCdP apre in Sicilia: retroscena su Taormina, accordo sfumato

CdP apre in Sicilia: retroscena su Taormina, accordo sfumato

Quattro miliardi a favore di circa 11.000 imprese e 240 enti pubblici della Sicilia, di cui 128 milioni per infrastrutture di rilevanza strategica, una rinegoziazione dei mutui per oltre 560 milioni in favore di enti locali e attività di advisory sui fondi del PNRR per progetti dedicati alla città e alla Regione. Queste alcune delle iniziative che Cassa Depositi e Prestiti (CDP) ha realizzato negli ultimi anni nel territorio siciliano. Operatività che continuerà a essere garantita e rafforzata adesso grazie all’inaugurazione del nuovo ufficio territoriale di Palermo, il primo nella Regione, che permetterà a Cassa di essere ancora più vicina al territorio e alle comunità locali.

In occasione dell’apertura, ha fatto tappa a Palermo, tra l’altro, il Roadshow di CDP, evento itinerante che ha l’obiettivo di presentare gli strumenti e i progetti del Gruppo a favore di imprese e Pubblica Amministrazione per affrontare le sfide legate allo sviluppo sostenibile, all’implementazione del PNRR, alla rigenerazione urbana, alla digitalizzazione e al miglioramento della coesione sociale. Dopo le tappe di Napoli, Brescia, Venezia, Firenze e Palermo, il Roadshow di CDP proseguirà con Ancona, Bari, Bologna, Cagliari, Genova, Torino e Verona.

L’inaugurazione del nuovo ufficio di Palermo si inserisce nel più ampio progetto di Cassa di presenza sul territorio, che ha portato alla creazione di 27 uffici per garantire una copertura di tutte le Regioni italiane e per cogliere al meglio le esigenze di imprese e Pubblica Amministrazione. Anche per rafforzare le storiche collaborazioni con attori chiave come Regioni, Fondazioni Bancarie, Istituzioni Finanziarie e Associazioni di categoria. La rete dei 27 uffici è quasi completata, ad eccezione di quello di Cagliari la cui apertura è prevista nel corso del 2023.

Su Cassa Depositi e Prestiti c’è anche un retroscena che riguarda la Città di Taormina ed in particolare il Capalc. Nel 2014, su iniziativa dell’allora assessore Salvo Fiumara, era stata ipotizzata una ristrutturazione dell’immobile attraverso l’impegnto della CdP. L’immobile, che ormai versa in una condizione di abbandono e fatiscenza ed il cui valore sul mercato è crollato ai minimi storici, sarebbe passato alla Cassa Depositi e Prestiti, opzione tuttavia rimasta anche in questo caso uno dei tanti scenari incompiuti dell’ex scuola convitto albergo di contrada Sant’Antonio. Il Capalc è finito a suo tempo nell’elenco dei beni disponibili del Comune per l’alienazione ma alla luce delle condizioni disastrose in cui l’immobile è ridotto, nessuno sembra disposto a farsi avanti per investire sulla riqualificazione di questo bene. E non è un caso che, più recentemente, anche le Ferrovie dello Stato abbiano risposto “No, grazie” all’ex Amministrazione di Taormina (l’esecutivo Bolognari) che aveva proposto al gruppo Rfi l’idea di prendere in gestione la struttura per rimetterla in sesto e rifunzionalizzarla come sede degli uffici per le attività decennali che interesseranno i lavori della nuova linea ferroviaria.

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